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Il maestro Alessio Paternesi
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- E’ esplosa come un bomba la videointervista al maestro Alessio Paternesi. Il Messaggero gli ha dedicato l’apertura delle pagine di Viterbo. Nove colonne.
Come dire che quando parla un poeta, e Paternesi è un grande pittore ma è anche un poeta, basta vedere le sue splendide tele sulla Divina commedia per capirlo, le sue parole sono dirompenti e deflagrano.
Perché sono le parole di chi sa la Parola.
Diceva un altro grande pittore, Sebastian Matta nell’introdurre la mostra “Il cuore è un occhio”, che i grandi geni non guardano semplicemente la realtà ma leonardano.
Cioè, riescono a vedere al di là della superficie della realtà, della superficie delle cose.
Leonardavano - spiegava sempre Matta - lo stesso Leonardo, Galileo, Einstein e io aggiungerei anche Gödel e Turing. E con la sua intervista Paternesi sabato ha leonardato.
E leonardando l’artista Paternesi è andato al di là della superficie della realtà.
Svelando che non sempre fare delle cose significa fare delle cose belle e buone per la città.
Che talvolta, come nel caso del Bulicame, si spendono i soldi dei contribuenti per fare degli scempi.
Riducendo un luogo aspro, di grande fascino, un luogo radicalmente dantesco, come era il Bulicame una trentina di anni fa, in un un giardinetto di quartiere, oltretutto tenuto malissimo.
Basta fare un salto al Bulicame per vedere che già nella strada per entrarvi ci sono dei veri e propri baratri. Dentro non c’è più acqua sufficiente per alimentare i ruscelletti ora artificiali.
Insomma, il poeta ha parlato e come diceva Moravia, riferendosi a Pierpaolo Pasolini, di poeti né nascono uno o due in un secolo. E allora i poeti bisogna ascoltarli. Bisogna avere l’umiltà di ascoltarli.
Quando poi si tratta di un grande pittore come Paternesi, che si inserisce in modo forte nelle migliore tradizione del Novecento Italiano, bisognerebbe non solo ascoltarlo ma anche considerarlo una risorsa preziosa.
Soprattuto per una città come Viterbo che troppo spesso fa a meno dei suoi cervelli migliori. Quando non li emargina volontariamente.
Grazie maestro Paternesi.
Carlo Galeotti