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Il rettore Marco Mancini
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- 54 braccianti agricoli dell'Università della Tuscia rischiano di non poter più lavorare.
A lanciare l’allarme è il magnifico rettore dell’Università della Tuscia, Marco Mancini.
“La Finanziaria 2008 approvata dal consiglio dei ministri è categorica sull’utilizzo di contratti di lavoro flessibile - afferma Mancini-: le pubbliche amministrazioni non possono avvalersi delle forme contrattuali di lavoro flessibile previste dal codice e dalle leggi, se non per esigenze stagionali e per periodi non superiori a tre mesi.
In nessun caso inoltre è ammesso il rinnovo del contratto con lo stesso lavoratore. Le risorse che possono essere destinate a tali tipologie di lavoro sono pari al 15% di quelle utilizzate per le medesime finalità nel 2003.
Vengono sostanzialmente quasi azzerati i contratti a tempo determinato, quelli cioè attraverso i quali vengono assunti i braccianti agricoli che rappresentano un supporto indispensabile alle attività di ricerca delle facoltà scientifiche dell’università.
La logica è quella del meno contratti a tempo determinato, meno dipendenti eventualmente da stabilizzare sulla base delle disposizioni della legge Finanziaria 2007”.
Questa la sitiazione nell'ateneo.
“I braccianti agricoli stagionali - afferma Mancini- sono 54 e rappresentano più del 10% dell’intero personale tecnico-amministrativo del nostro ateneo.
Una percentuale da non trascurare. Inoltre occorre sottolineare che sono operai specializzati che lavorano con noi ormai da anni. La loro opera è apprezzata soprattutto dai docenti che vedono in loro validi collaboratori.
Questo è un problema molto sentito nell’università.
C’è da evidenziare poi che queste disposizioni previste dalla Finanziaria, penalizzano fortemente non solo la ricerca ma l’occupazione in genere e il reclutamento dei giovani da inserire nel mondo del lavoro.
Se di fatto vengono così drasticamente ridotte le assunzioni a tempo determinato si impedisce ai giovani di trovare occupazione, con pesanti conseguenze”.
Intanto la Conferenza dei rettori Italiani, di cui Mancini è wegretario generale, ha dato mandato proprio al magnifico di Viterbo di elaborare, a nome di tutti gli atenei d’Italia, un emendamento alla Finanziaria per sottrarli a questa mannaia.
Come presidente della comitato di settore per il comparto università, Mancini ha anche predisposto un atto di indirizzo per il quadriennio contrattuale 2006-2009 da inviare all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) nel quale ha segnalato la necessità assoluta di individuare meccanismi che consentano l’assunzione del personale stagionale per le esigenze delle aziende agrarie universitarie, orti botanici e per tutti quegli atenei che assumono braccianti agricoli per supporto alla ricerca.
“Si tratta - ha sottolineato il rettore - di una serie di osservazioni che, se recepite, risolveranno questo problema in maniera soddisfacente per tutti.
Per questo ritengo che la sensibilità di questo governo sia tale da non sottovalutarle, soprattutto di non sottovalutare le questioni riguardanti la ricerca, l’occupazione giovanile e le realtà degli atenei italiani che svolgono sul territorio non solo il ruolo formativo, ma un importante lavoro di coesione sociale a tutti i livelli”.