Riceviamo e pubblichiamo - Gentilissimo direttore,
le scrivo da Gojolandia per commentare la video-articolessa di Beniamino Mechelli.
Ebbene sì, non si è sbagliato, mi trovo a Gojolandia: l'unico posto al mondo dove per insegnare alla gente che l'acqua è una risorsa indispensabile e non infinita bisogna fargliela pagare per forza a caro prezzo.
Questi caproni ignoranti non lo capirebbero in nessun altro modo: "er poppolo 'gnorante" di Gojolandia, dopo otto secoli da San Francesco, solo sborsando un sacco di danari arriverà a capire che l'acqua è "multo utile et humile et pretiosa et casta" .
Per fortuna lei, direttore, invece lavora a Viterbo. Una città dove l'acqua sgorga ancora da tante fontane e lavatoi (con la deplorevole eccezione della fontana più bella) e dove la notte, quando finalmente il traffico automobilistico concede tregua, si ascolta il canto delle cannelle.
Troppi pensieri poetici mi vengono in mente ma vorrei restare attaccato al soldo.
Vorrei sapere dai fautori del rincaro idrico perché mai l'acqua dovrebbe costare di più del suo costo vivo (ovvero i materiali per la manutenzione degli acquedotti, spese di sanificazione e depurazione e costo del personale addetto)?
Per farci capire quanto sia importante non sprecarla? E' una lampante ipocrisia: basta fare il paragone con un altro bene quasi altrettanto indispensabile e, purtroppo, questo sì sempre più costoso, ovvero i carburanti per le automobili. Il fatto di pagare la benzina quasi il 50% in più rispetto a 3 anni fa ci spinge a consumarne di meno?
No, almeno non a Viterbo, la città capoluogo con il più alto numero di auto pro-capite (per inciso, se vede un tipo andare in bici per il centro di Viterbo, è facile che sia io, ovvero un impiegato 40enne, sedentario, più che sovrappeso e assolutamente non allenato).
Visto quanto detto sopra le ripeto la domanda: ma è possibile che non si consideri l'idea che "persino" i viterbesi possano diventare consapevoli consumatori dell'acqua senza stangarli economicamente? O è la malcelata cupidigia di profitto che si nasconde sotto quest'ansia "educatrice"?
Insomma, è solo questione di tempo che si arrivi a privatizzare anche l'aria e a venderla a caro prezzo?
Nell'attesa di una risposta la saluto cordialmente e la ringrazio per l'informazione che mette a disposizione di Viterbo e provincia.
Antonio Padula