Riceviamo e pubblichiamo - La lettura dei giornali domenicali ci riserva un’anomala interpretazione dei fatti avvenuti nell’ultimo consiglio comunale. Cercheremo in queste righe di dare qualche spiegazione.
A partire dalla mozione sulle Rsa. Il nostro voto favorevole all’ordine del giorno è perfettamente coerente con la nostra visione della politica.
Quella buona politica interpretata da Walter Veltroni che sa capire i propri limiti ed i propri errori e cerca di porvi rimedio, che non rinuncia a portare il proprio punto di vista su un tema specifico anche se è differente da quello di qualche collega di partito che abita ai piani alti della Regione.
D’altro canto lo stesso ordine del giorno è stato votato in Provincia e all’unanimità senza particolare scandalo.
Ci troviamo in una Regione che non fa differenza fra le Asl che sono ben amministrate e cercano di ripianare i debiti come quella di Viterbo, coniugando rigore dei conti e servizi per i cittadini, e chi questo sforzo di buon governo e di buona politica non vuole farlo.
Tra gli amici e i compagni di partito in Regione e 770 famiglie viterbesi che hanno parenti ricoverati nelle Rsa, noi stiamo con le 770 famiglie. E non abbiamo dubbi.
In merito al documento sul gruppo unico poi, va ristabilito un principio di serietà e di coerenza. Dallo stesso giornale in cui oggi 21 ottobre ci si spiega che firmare e presentare quelle poche righe che altro non erano se non una dichiarazione di intenti sarebbe stata un’inutile accelerazione, ad inizio agosto ci veniva detto per bocca della stessa persona intervistata oggi- che il ritardo per la costituzione del gruppo era ascrivibile ad una responsabilità diretta dei segretari comunali.
Dal 2 agosto sono passati due mesi e mezzo. Ad una serie di riunioni congiunte di dirigenti ed iscritti dei due partiti cui purtroppo qualcuno ha pensato bene di non partecipare, è emersa chiara l’indicazione di procedere celermente all’unificazione dei gruppi.
Nell’ultima riunione dei consiglieri ci si era lasciati con l’impegno di arrivare al primo consiglio comunale dopo il 14, cioè proprio quello di venerdì, con gruppo costituito e capogruppo nominato.
Dilatare ulteriormente i tempi della decisione è offensivo non solo nei confronti dei consiglieri che si erano lasciati con quell’impegno, non solo nei confronti della volontà più volte espressa da dirigenti e militanti di Ds e Margherita ma anche di tutti i 4300 viterbesi che domenica scorsa ci hanno detto a chiare lettere che condividono l’idea dell’unificazione.
Pensare che siccome si rischia di perdere un’elezione, è meglio procastinare alle calende greche la data di una decisione è un concetto anomala di politica e di democrazia. La buona politica di cui parla Veltroni è quella che discute, si confronta, crea dibattito, ma che alla fine decide.
Per finire, accusarci di smania di protagonismo e voglia di potere non ha senso.
Soprattutto se viene da chi negli ultimi due anni si è candidato a tutto, dalla Camera dei Deputati alla Commissione Urbanistica del Comune, dall’assemblea costituente regionale del Partito Democratico all’assessorato in Provincia.
Già 40 anni fa un noto cantautore emiliano ci metteva in guardia contro “l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.
Non pensavamo di dover fare i conti con questo modo di agire dentro un partito che si preannuncia nuovo ma in cui qualcuno, oltre al proprio bagaglio di esperienza politica e professionale, pensa di portare dentro anche qualche antipatico vizio che sarebbe stato meglio lasciare sulla porta.
Francesco Ciprini
Sandro Mancinelli