|
Copyright Tusciaweb |
- Il consigliere regionale dell’Udc Rodolfo Gigli ha presentato in consiglio regionale un’interrogazione urgente per avere chiarimenti sull’iniziativa politica portata avanti dal Direttore Generale della ASL di Viterbo in occasione delle primarie del costituito Partito Democratico.
“In data 12 ottobre spiega Gigli è apparsa sui quotidiani locali una pagina nella quale il Direttore Generale della ASL di Viterbo, come primo firmatario, insieme al Direttore Sanitario e ad altri operatori sanitari, invitavano a votare per la lista di un candidato alla carica di segretario nazionale e per i candidati alla costituente del Partito Democratico.
L’iniziativa del direttore generale della ASL di Viterbo evidenzia un comportamento peraltro non nuovo in quanto figlio di una ostentata appartenenza politica, come lui stesso ha più volte manifestato senza fare mistero del fatto che la sua designazione è frutto di scelte meramente partitiche.
Ricordo prosegue Gigli che al fine di garantire che l’attività dei manager delle aziende sanitarie locali o ospedaliere non abbia ad esercitare un’attività che possa essere fonte di influenza politica o partitica sulle comunità locali, il decreto legislativo 267/2000 ha, tra le altre cose, esplicitato chiaramente che il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario delle aziende sanitarie non possono svolgere un incarico politico.
E’ palese che l’appello fatto dal direttore generale della Asl di Viterbo è stato percepito non come libera espressione di una opinione politica, legittima sotto il profilo della libertà di espressione, ma come invito a compiere scelte di carattere partitico congressuale, richieste sulla base di una autorevolezza derivante da un incarico pubblico di carattere manageriale assunto in un settore di particolare delicatezza sociale come quello della salute dei cittadini.
Per questo conclude Gigli chiedo al presidente della Giunta e all’assessore alla Sanità se non ritengano censurabile un comportamento che esplicita con evidenza pubblica, nella formale veste di direttore generale, un invito a partecipare con il voto ad una scelta interna di partito e se non si configuri una vera e propria violazione di norme deontologiche.”
Al presidente del consiglio regionale
Interrogazione urgente a risposta scritta
Oggetto: Iniziative politiche del direttore generale della Asl di Viterbo
Il sottoscritto consigliere regionale
PREMESSO CHE
Con il D. Lgs 502 del 1992 si è proceduto ad una importante modifica del sistema legislativo della sanità sostituendo la precedente gestione collegiale della USL, espressione dei partiti, con una gestione aziendale, affidata alla responsabilità di un manager con adeguate professionalità ed esperienza;
Anche le recenti sentenze connesse all’avvicendamento dei direttori generali delle ASL del Lazio, indicando come non utilizzabile il sistema dello spoil system, hanno confermato la necessità che tali figure assumano con chiarezza una caratteristica di netta indipendenza rispetto all’avvicendarsi degli incarichi politici e, a maggior ragione, rispetto alle designazioni politiche o partitiche del sistema amministrativo regionale;
CONSIDERATO CHE
Proprio al fine di garantire che l’attività dei manager delle aziende sanitarie locali o ospedaliere non abbia ad esercitare una attività che possa essere fonte di influenza politica e partitica sulle comunità locali, il Dlgs 267/2000 aveva chiaramente indicato all’articolo 60 comma 1 punto 8 che “ non sono leggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale”, “il direttore generale, il direttore amministrativo e il direttore sanitario delle aziende sanitarie locali e ospedaliere” e, successivamente al punto 2, veniva esplicitata una vera e propria inibizione a svolgere un incarico politico: “il direttore generale, il direttore amministrativo,ed il direttore sanitario, in ogni caso, non sono eleggibili nei collegi elettorali nei quali sia ricompreso, in tutto o in parte, il territorio dell’azienda sanitaria locale o ospedaliera presso la quale abbiano esercitato le proprie funzioni in un periodo compreso nei sei mesi antecedenti la data di accettazione della candidatura, i predetti, ove si siano candidati e non siano stati eletti, non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni in aziende sanitarie locali e ospedaliere comprese, in tutto o in parte, nel collegio elettorale nel cui ambito si siano svolte le elezioni”; ovviamente, all’art. 66 veniva indicata anche la incompatibilità degli incarichi suddetti con quella di consigliere provinciale, sindaco, assessore comunale, presidente o assessore della comunità montana;
CONSTATATO CHE
In data 12 ottobre era apparsa, con larghissima evidenza tipografica, sui quotidiani locali, una pagina , nella quale il Direttore Generale della ASL di Viterbo, come primo firmatario, insieme al Direttore Sanitario e ad altri operatori sanitari, invitavano a votare per la lista di un candidato alla carica di segretario nazionale e per i candidati alla costituente del Partito Democratico;
Questa iniziativa del Direttore Generale della ASL di Viterbo evidenzia un comportamento non nuovo che viene assunto, spesse volte, nei termini di una spigliata e ostentata dichiarazione di appartenenza partitica, avendo questi dichiarato più volte che la sua designazione è stata il frutto di una indicazione squisitamente partitica;
RILEVATO CHE
Questo “appello”, si è presentato e viene percepito non come libera espressione di una opinione politica, legittima sotto i profili costituzionali e della libertà di espressione politica, ma come invito a compiere scelte di carattere partitico congressuale, richieste sulla base di una autorevolezza derivante da un incarico pubblico di carattere manageriale assunto in un settore di particolare delicatezza sociale come quello della salute dei cittadini;
Si evince, di conseguenza, che l’”appello” è mirato ad esercitare, nella veste di direttore generale, una influenza squisitamente partitica nei riguardi della realtà sociale che gravita intorno alla sanità viterbese, sia essa professionale, dei lavoratori del settore, sia dell’ambito dei cittadini fruitori del servizio sanitario;
TUTTO CIO’ PREMESSO, CONSIDERATO E RILEVATO
INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E L’ASSESSORE ALLA SANITA’
PER CONOSCERE
• Se non ritengano censurabile un comportamento che esplicita con evidenza pubblica, nella formale veste di direttore generale , un invito a partecipare con il voto ad una scelta interna di partito;
• Se non si configuri una vera e propria violazioni di norme deontologiche di chi svolgendo una funzione pubblica debba attenersi a criteri comportamentali di imparzialità ed indipendenza che, invece, vengono sostanzialmente e formalmente violati;
• Se non sia il caso di un intervento da parte del Presidente della giunta o dell’Assessore alla Sanità per chiedere chiarimenti su un fatto grave che non trova precedenti nella storia della sanità laziale.
Rodolfo Gigli