Riceviamo e pubblichiamo - Sul sito www.politichesociali.vt.it/, sotto il link piano di zona, tra i servizi offerti dall'assessorato alle politiche sociale è possibile trovare il progetto “Scuola aperta”, che il comune dal 2001 offre ai giovani in difficoltà delle scuole del comune di Viterbo.
Sotto il paragrafo Descrizione delle attività si legge: Le attività del progetto sono a supporto della normale attività didattica delle scuole medie di Viterbo e finalizzato all'adempimento degli obblighi scolastici da parte di studenti in evidente disagio sociale e didattico.
Il supporto offerto si concretizza in una mirata offerta formativa che vede, i ragazzi in difficoltà, recuperare le abilità scolastiche e di relazione sociale mediante l'effettuazione di attività manuali di tipo artigianale.
Tali studenti, due volte la settimana, possono svolgere presso le strutture del servizio comunale “Progetto Giovani” o presso la loro scuola, laboratori di giardinaggio, piccola carpenteria e muratura, di fotografia e di informatica con l'intesa di documentare ai loro compagni di classe ed insegnanti, con scritti, fotografie ed altro, il lavoro svolto.
Il progetto comporta per gli alunni in difficoltà l'uscita da scuola in orario antimeridiano per due volte a settimana (circa 70 giorni su 200 di lezione) per frequentare, presso la struttura “Case Rosse” di S. Martino al Cimino, i corsi alternativi su citati.
Attualmente il progetto è in discussione in IV commissione consigliare permanente, in quanto è parte del capitolato d'appalto per i servizi scolastici e di animazione da aggiudicare, su proposta dell'Amministrazione Comunale di Viterbo, a soggetti terzi tramite gara per un importo di circa quattrocentocinquantamila euro.
Quaranta anni fa moriva don Lorenzo Milani che con il testo Lettera a una professoressa denunciava come il vero problema della scuola fosse rappresentato dai ragazzi che perde.
Al motto fascista "Me ne frego" il priore di Barbiana sostituì il I care, me ne importa, mi sta a cuore, dando il via ad una serie di dibattiti ed esperienze pedagogiche di altissimo livello che portarono nel 1977 all'approvazione della legge 517: la soppressione delle scuole speciali e delle classi differenziali.
L'assessorato alle politiche sociali, nel predisporre l'attività di scuola aperta finalizzate all'assolvimento dell'obbligo scolastico secondo la modalità su illustrate, ha assunto l'I care, secondo dei punti di visti pedagogici e culturali sorpassati da trenta di anni.
Quello che a Viterbo si è venuto a creare è una sorta di Me ne curo, ma male.
Nessuna intenzionalità in questa carenza di cura, ma di fatto si sono venute a creare classi o gruppi differenziali.
Molto probabilmente quello che si deve chiarire con i sostenitori del progetto è cosa si intenda per obbligo scolastico.
Obbligo scolastico non è semplicemente obbligo di frequenza ma, come sottolinea Fioroni, obbligo di istruzione, uno strumento in più per un maggiore impegno ad educare, non serve ricordare che sono le scuole il luoghi dell'istruzione e del conseguimento dell'obbligo scolastico.
Ancora il ministro chiarifica brillantemente cosa si intenda per tale strumento definendo le competenze e i saperi indispensabili definiti secondo 4 assi, dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, asse storico-sociale.
Come è possibile recuperare allora questi assi della formazione per dirla con Fioroni con la carpenteria o il giardinaggio? E' possibile con tali attività perseguire gli obiettivi di apprendimento delle singole discipline? Se si perché non allargare il progetto a tutti gli altri alunni delle classi?
L'articolo 34 della costituzione recita La scuola è aperta a tutti. Se il progetto scuole aperte fosse realmente uno strumento dell'obbligo scolastico/istruzione perché differenziare gli alunni che non vi partecipano?
Il progetto è attivato dal 2001, gli alunni che ne hanno usufruito, hanno recuperato le abilità scolastiche e di relazione sociale?
In tal caso sarebbe evidente la discriminazione che si verrebbe a fare sugli altri alunni non inseriti nel progetto.
E ancora: è una buona strategia per il recupero delle relazioni sociali togliere uno studente dal proprio gruppo classe per inserirlo in un gruppo più ristretto di alunni in difficoltà?
E come si pronunciano gli insegnanti che in questo modo delegano all'esterno l'adempimento dell'obbligo scolastico/istruzione affidandolo ad operatori comunali e personale esterno.
Il progetto così come presentato risulta più che uno strumento dell'obbligo uno strumento della selezione scolastica, per alunni bollati di irrecuperabilità scolastica.
Siamo fermamente convinti della validità di un ampliamento dell'offerta formativa attraverso attività manuali di tipo artigianale, e/o di attività che prevedano l'uscita dall'edificio scolastico, ma crediamo che questi progetti debbano ricadere sull'intero gruppo classe dei docenti che vi aderiscono, sia per evitare discriminazioni e gruppi differenziali, sia per allargare il bacino di utenza e dare a più alunni la possibilità di accedere ai progetti di arricchimento.
Gruppo consigliare del Partito della Rifondazione comunista
del consiglio comunale di Viterbo