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Così Nuovo Viterbo oggi dà la notizia oggi e sotto la foto inviata dal lettore |
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- Il sei ottobre una lettera a Tusciaweb segnalava la comparsa di una struttura in plexiglass a ridosso delle mura, ieri la struttura è stata posta sotto sequestro dalla procura della Repubblica.
Per presunti abusi edilizi.
Ieri mattina infatti, la polizia municipale si è recata al Dulca’s apponendo i sigilli alle strutture sequestrate e notificando il provvedimento.
L’opera contestata si trova nella di Valle Faul a ridosso delle mura, vicino al noto locale viterbese.
La segnalazione di un nostro lettore, con tanto di foto, una volta pubblicata è arrivata al sindaco Giancarlo Gabbianelli che ha segnalato il fatto alla polizia municipale.
A loro volta i vigili urbani hanno effettuato i controlli, dai quali sarebbero emersi dubbi sulla regolarità della struttura. Il comune ha interessato la procura.
La struttura supererebbe la cubatura massima consentita e mancherebbe anche il parere della Sovrintendenza. Il permesso poi er costruire non sarebbe stato richiesto dai proprietari dell’immobile, bensì dagli affittuari.
Così ieri mattina la municipale ha effettuato il sequestro preventivo, apponendo i sigilli, basandosi su un’ordinanza del 23 ottobre. Un sequestro disposto dal Gip Rita Cialoni.
Quando il nostro lettore ha scritto la sua lettera segnalando la struttura, si ricollegava alle polemiche del maestro Paternesi sugli obbrobri a Viterbo, individuandone un altro.
“Da qualche giorno scriveva il lettore di Tusciaweb - è sorto come per incanto una sorta di “capannone” di uno sgargiante colore bianco (forse una tensostruttura?) a Valle Faul all’interno di una nota discoteca della zona costruita nel cuore di Viterbo praticamente appoggiata alla cinta medievale.
Mi chiedo come la commissione Ornato del Comune abbia potuto autorizzare questo “obbrobrio” che provoca un notevole impatto visivo a chi guarda in direzione delle mura di cinta.
Come può il sindaco di Viterbo aver autorizzato una cosa simile?”.
Per come si è evoluta la situazione, Gabbianelli non ne sapeva nulla. Ma il lettore si poneva un’altra domanda.
“Come mai non interviene la Sovrintendenza alle Belle Arti visto che si tratta di un bene storico?
La salvaguardia di questa ricchezza storica per la città e l’Italia (e lo dico da romano innamorato frequentatore di Viterbo da quasi 20 anni) deve essere tutelata e testimoniata”.
Quindi concludeva con un auspicio.
“Se di struttura “temporanea” trattasi mi auguro si possa rapidamente provvedere allo smontaggio ed a una ridefinizione della presenza di strutture così impattanti sostanzialmente all’interno dei muri perimetrali della città”.
Temporanea per come sembrano andare le cose lo sarà, ma a quanto pare, per altre ragioni.