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Ugo Gigli
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Riceviamo e pubblichiamo - L’Ater della provincia di Viterbo sta inviando, in questi giorni, a tutti coloro che risultano occupanti senza titolo di un alloggio popolare, una lettera con la quale si informa della possibilità, prevista da una recente legge regionale, di regolarizzare la propria posizione.
Nella lettera si precisa che condizione per la sanatoria è che l’occupazione sia avvenuta, entro il 20 novembre 2006, e che la relativa domanda venga presentata al Comune di appartenenza entro e non oltre il prossimo 19 dicembre.
Nella nostra provincia, le occupazioni abusive non costituiscono certo quel fenomeno rilevante e diffuso proprio di Roma o di altre aree metropolitane.
Le case occupate sono infatti poco più del 2,5 per cento del patrimonio abitativo dell’Ater: 110 su un totale di4200 circa, di cui 70 concentrate su Viterbo e frazioni.
Esso però sta assumendo anche da noi dimensioni crescenti e contribuisce ad alimentare quel clima di allarme per il degrado, urbanistico ma anche prevalentemente sociale, che caratterizza ormai la vita dei quartieri non solo popolari.
Emblematica, in tal senso, è la vicenda, denunciata anche dalla stampa locale, del quartiere Trinità- San Agostino, nel Comune di Viterbo.
Alla crescita del fenomeno contribuiscono vari fattori. Non ultimo quello del susseguirsi di sanatorie ( nel Lazio due negli ultimi sei anni ) sempre annunciate come ultime e l’eco mediatico di distorte interpretazioni di pronunciamenti assolutori della autorità giudiziaria ( vedi la recente sentenza della Cassazione che ha escluso la rilevanza penale della occupazione abusiva da parte di una persona indigente, ritenendola giustificata dallo stato di necessità ).
Ma la causa primaria del fenomeno rimane la penuria di abitazioni popolari a fronte di una domanda sempre crescente da parte dei “ nuovi poveri “: le fasce marginali della popolazione, costituita da immigrati e soggetti economicamente deboli, come anziani e donne sole con figli a carico, ma anche famiglie di operai e impiegati spinti fuori dal mercato delle abitazioni private, a causa dei prezzi esorbitanti di acquisto o l’insostenibilità degli elevati canoni di locazione.
Un fenomeno quindi, quello delle occupazioni abusive, che segnala l’acutizzarsi del problema della casa, che può trovare soluzione solo attraverso adeguate politiche sociali ed il riavvio di consistenti programmi costruttivi di edilizia sovvenzionata.
Fenomeno che va comunque contrastato, per i suoi aspetti di illegalità al fine di salvaguardare le legittime aspettative di coloro che sono in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare.
A tal fine occorre che i comuni, le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria supportino l’attività di contrasto delle occupazioni abusive che l’Ater svolge, denunciando penalmente gli occupanti e richiedendo un sollecito sgombero dell’alloggio, oltre all’applicazione della sanzione amministrativa da 45 e 65 mila euro.
I Comuni, in particolare, possono svolgere un ruolo fondamentale per prevenire l’occupazione abusiva, provvedendo celermente all’assegnazione all’avente titolo in graduatoria dell’alloggio popolare non appena si rende libero, e se possibile, già in previsione della sua disponibilità per la nuova locazione.
Ugo Gigli
Direttore generale Ater