Riceviamo e pubblichiamo - Mentre si parla di impoverimento dei cittadini e delle famiglie italiane pari al 12,9% ossia di oltre 7 milioni di italiani e di oltre 2 milioni di famiglie italiane scese sotto la soglia di povertà per sostenere la cura di familiari con malattie croniche, ai cittadini del Lazio vengono aumentate le rette agli utenti delle Residenze Sanitarie Assistite.
Ci è sembrato un vero esproprio per le cifre che sono scaturite da questa rimodulazione, molti anziani e le loro famiglie non ce la faranno se non interverranno le istituzioni pubbliche, cioè i comuni che interverrebbero per la parte che riguarda il sociale con fondi già inseriti nei Piani di Sociali di Zona, ma è evidente che quest’ultimi hanno necessità di maggiori risorse.
Lo SPI CGIL ritiene che debbano essere riviste le modalità di come l’ISEE può essere modulato, modificando, la forbice troppo larga, per le fasce di reddito, quella in particolare dai 13.000 ai 25.000 euro, prevista per l’esclusione dal concorso alla spesa del comune, quindi il 40% dei costi giornalieri a totale carico dell’assistito.
Auspichiamo, che quanto previsto in uno dei punti della delibera regionale ossia di “avviare contestualmente un monitoraggio sugli effetti della sperimentazione di questo provvedimento, al fine di valutarne l’effettivo impatto sia sulla spesa sanitaria, che sociale e familiare, con lo scopo di rideterminare la quota da integrare al Fondo sociale” abbia ampiamente avuto riscontro, da subito, che l’impatto economico sulle famiglie è negativo ed eccessivamente penalizzante, ma soprattutto impossibile per molti da onorare.
Non v’è dubbio, che tutto ciò è lo specchio della situazione del nostro Sistema Sanitario Regionale che versa in una grave situazione economica, lo abbiamo appreso non da ora, ma subito dopo l’elezione della giunta Marrazzo in pochi mesi di verifica, man mano che andava avanti , tutti noi apprendemmo alla fine che il debito della sanità, era arrivato vicino a 10 miliardi di euro.
Lo sfascio completo, ereditato negli anni da vari governi che si sono alternati e in maggior modo, definitivamente affossato dalla giunta di centrodestra con il presidente Storace.
Fin da allora la Cgil denunciò che la politica del risanamento non poteva ricadere sui cittadini attraverso l’aumento della spesa sanitaria, o di minori servizi, che sarebbe stata poi la stessa cosa, ma era necessario portare alla luce gli aumenti della spesa sanitaria dovute ad accreditamenti privati dove nel rapporto col “mercato” si annidavano corruzione e malaffare.
Chiediamo dunque ancora una volta alla Regione Lazio di provvedere in tal senso, e di garantire agli assistiti nelle RSA ed ai suoi familiari di non doversi indebitare, anche per avere un servizio che invece è un diritto alla propria salute ed al benessere di tutte le famiglie coinvolte.
Miranda Perinelli
Segretaria Provinciale SPI CGIL