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Il crollo della Macchina
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- La tromba d’aria del 23 agosto continua a scuotere Viterbo.
Dopo avere piegato il traliccio a San Sisto, gli scossoni sono di natura politica e si spostano dalle parti di Palazzo dei Priori.
La delibera con cui la giunta, attraverso una variazione di bilancio, ha previsto 250mila euro per le spese, si scontra con le perplessità di qualche consigliere di minoranza.
Primo fra tutti, Marco Prestininzi (Rifondazione Comunista).
“A me 250mila euro sembrano troppi sostiene - con questa cifra se ne compra uno nuovo di traliccio e teniamo presente che in ogni caso si sarebbe dovuto smontare.
La somma stanziata fa riferimento a spese extra. E come mai il Comune è stato così tempestivo, quando in altre situazioni come la vicenda mense si è opposto al pagamento delle spettanze ai dipendenti? In questo caso, prima paga, poi eventualmente farà rivalsa se ci sono state inadempienze. Semmai doveva essere il contrario”.
Da un altro punto di vista, anche Giulia Arcangeli (Ds) qualche dubbio ce l’ha.
“Apprezziamo lo sforzo fatto per superare l’emergenza osserva - ma trattandosi di soldi pubblici e di una cifra ingente, prima va verificato tutto.
Siamo in presenza di una variazione di bilancio alta, senza sapere quanto in effetti si spenderà e soprattutto senza sapere prima che tipo d’operazioni si stanno facendo. E l’assicurazione? Ve ne sono alcune che coprono anche eventi non prevedibili”.
La delibera dovrà passare in consiglio comunale, dove a domanda, qualcuno risponderà.
Intanto, l’assessore Fracassini prova a rasserenare gli animi.
“Se arriva una tromba d’aria che ci possiamo fare - dice - non è che il traliccio si è storto da solo. Abbiamo preventivato una spesa, poi vedremo a consuntivo”.
La delibera, infatti, prevede che qualora la Regione stanzi un finanziamento per i danni causati dal maltempo, i 250mila euro o la parte che resterà, sarà destinata a altre richieste sempre per la tromba d’aria.
“Abbiamo messo un fondo - sostiene Fracassini - a consuntivo magari si rivelerà superiore rispetto alle esigenze, com’è stato per Porta Romana. Credevamo ci volesse un mese per riaprirla, invece sono bastati pochi giorni”.
Lo spirito che ha contraddistinto i giorni successivi alla tromba d’aria, ormai non c’è più.
“Viterbo per crescere conclude Ciprini (Margherita) - ha bisogno dello spirito dei giorni successivi alla tromba d’aria.
Uno spirito che univa istituzioni, forze dell’ordine e politiche, operai e viterbesi, per raggiungere l’obiettivo di un sereno trasporto il tre settembre. Dispiace costatare che questo sentimento oggi sembra già essere venuto meno”.