- Dopo aver letto con curiosa attenzione "Il passo delle oche", scritto dalla giovane e pungente penna de Il Foglio Alessandro Giuli, ho compreso molte sfaccettature di un partito inspiegabilmente alla deriva.
In questo attento pamphlet ben si descrive cosa sia diventata An attualmente ovvero un "partito in transizione verso il nulla", un partito senza progetto, condannato a continui ondeggiamenti che spaziano dal "voto agli immigrati ai referendum sulla fecondazione medicalmente assistita, alla introduzione dell'insegnamento del corano nelle scuole" con frequenti sbandate alla Segni, passioni golliste fino ad arrivare a rincorrere affannosamente il mito di Sarkozy.
Ebbene la riprova di un affannoso andamento ocheggiante lo viviamo anche nel nostro piccolo mondo quando si assiste ad esempio alla triste e sconcertante rivendicazione della esclusività sulla memoria e l'insegnamento di Almirante oppure quando in diversi Comuni ed amministrazioni ci si allea senza troppa indignazione con DS e Margherita per il solo amore della poltrona.
Per chi come il sottoscritto che ha al proprio attivo oltre un decennio di militanza, dentro a questo "coso" (difficile trovare un nome diverso) rimane difficile o forse impossibile continuare a rimanere e condividere ideali di convenienza ed obiettivi da "sagra degli gnocchi". Il comitato di gestione provinciale del "coso", che arrogandosi diritti statutari che non ha o forse non ha ben compreso, cerca di sospendere o minacciare chi ha sempre messo il cittadino davanti alle logiche di partito e che ha sempre combattuto chi per salvare la propria poltrona e i (troppi) privilegi acquisiti non si preoccupa se a rimetterci sono i propri concittadini o peggio ancora i lavoratori.
Si sono sposati i poteri forti perchè tutelano, finanziano e soprattutto proteggono.
Ma essere di destra non è forse il contrario?
Dopo aver atteso a lungo invano risposte e decisioni secondo "regole" e in base allo statuto, nel silenzio assordante di un partito "accartocciato" su se stesso, aderisco a La Destra che grazie ad una classe dirigente giovane e sicuramente motivata ha già saputo trasmettere un messaggio inequivocabile: i cittadini e le persone prima di tutto.
Prima delle nomine, prima delle lottizzazioni, prima degli appalti, prima delle prebende. Quella che ormai tutti definiscono casta noi preferiamo chiamarla con il loro nome ovvero una "classe politica arrogante ed inefficiente" che quanto prima dovrà tornare umilmente fra la gente a chiedere perdono e come ben sa fare ad elemosinare voti e indulgenze. L'inganno pre-elettorale, fatto di infinite promesse mai mantenute, per alcuni forse è arrivato alla meta: come da diverso tempo molti illustri giornalisti sostengono siamo giunti al redde rationem!
Andrea Rocchi
gia Presidente Circolo Territoriale di Viterbo
gia Membro Giunta Provinciale