Riceviamo e pubblichiamo - Come da sempre insegnano già alle scuole di primissimo grado bisogna essere molto parsimoniosi nell’utilizzare il verbo “volere” poiché spesso lascia trasparire un senso di arroganza e di presunzione, tanto è vero che quasi tutti lo adoperano con moderazione e mai quando ci si rivolge ad organi istituzionali o agli uomini che li rappresentano.
Così non è per la minoranza del Comune di Celleno e per il Dr Bigiotti che l’accompagna, i quali “volevano” il commissariamento di questo Comune.
Alla stessa stregua è sembrato poco ortodosso concludere il comunicato apparso sulla stampa e sul web con una frase che inopportunamente voleva “tirare per la giacca il Prefetto”.
Francamente noi non ci meravigliamo di tanto poiché conosciamo bene i promotori di tale iniziativa e, anche alla luce del grande impegno e del lavoro che questa amministrazione sta portando avanti e che è sotto gli occhi di tutti, comprendiamo bene il tentativo di seguire un interesse meramente di parte e di tentare di tornare al voto dopo 3 anni dalla storica batosta elettorale del 2004 cercando di sfruttare ogni occasione, maglio se di carattere formale e non sostanziale.
E’ fuor di dubbio che nell’ultimo consiglio comunale si è tentato di cavalcare l’ingiustificata mancanza di due membri della maggioranza e soprattutto l’assenza per motivi di lavoro di un consigliere impegnato all’estero. Così come è di tutta evidenza che in un consiglio comunale di soli 13 membri può accadere che qualche consigliere possa non essere presente e non corrisponde al vero che in diverse sedute siano mancati tre membri della maggioranza, mentre è facilmente verificabile come non siano infrequenti le carenze dall’altra parte.
Orbene al di là dell’evento cellenese, senza far demagogia o esser sprovveduti, preme porsi una domanda: “spetta solo alla maggioranza garantire l’attività di un organo istituzionale così importante come il Consiglio Comunale nel quale sono rappresentati tutti i cittadini?
Probabilmente se ci spogliamo dei tatticismi politici (spesso per altro palesemente sterili) non possiamo che rispondere di no. Sappiamo bene tutti che questa modalità di comportamento è legittima e talora utilizzata anche in contesti di spessore più ampio del nostro, ma non per questo è giustificabile e soprattutto apprezzata dalla gente.
Abbandonare le proprie responsabilità non è mai premiante perché disattende alle legittime aspettative dei cittadini. Si è eletti per rappresentare le idee, per proporre soluzioni, per criticare se del caso l’operato degli altri, per animare il confronto dialettico ed attraverso questo il proposito costruttivo ed alternativo, per votare favorevolmente o meno, ma non certo per disertare l’impegno che liberamente si è assunti con tutta la comunità. Arrivare compatti in consiglio comunale, iniziare la seduta, aver la conferma che manca qualche consigliere di maggioranza, fare quattro conti e quindi alzarsi e andare via, è possibile, ma certamente non giusto e non utile per la vita del nostro paese.
Qualsiasi strategia si sia voluta attuare sarebbe stato il caso di tenere conto del fatto che gli elettori meritano più rispetto ed eventuali prove di forza non dovrebbero essere fatte sulla loro pelle.
Proprio in questi giorni osserviamo infatti, quale forte sentimento “antipolitico” pervade una consistente parte dei cittadini e, al di là dell’essere d’accordo o meno con le critiche mosse al sistema, siamo convinti che questi atteggiamenti, tesi a rimanere sempre “alla finestra”, a guardare gli altri che “fanno”, magari a lavorare per distruggere, non pagano e non pagheranno.
Tutto ciò considerato e premesso, se vogliamo entrare nel merito del Consiglio Comunale del 28 Settembre, si è ritenuto giusto applicare il comma 2 dell’art. 38 della Legge 267 del 2000 che parla, per la validità della seduta, di un terzo dei consiglieri assegnati (per altro lo stesso numero è presente in seconda convocazione anche nella richiamata Legge 148 del 1915) e quindi approvare, come sempre accade in questo importante consesso cittadino, provvedimenti utili alla la vita della comunità come anche gli equilibri di bilancio che, per onor del vero e come attestato anche dal parere favorevole del revisore dei conti e dalla dichiarazione del Responsabile dell’ufficio economico-finanziario comunale: “in base alla ricognizione fatta, il Bilancio 2007 risulta in equilibrio ed in linea con la relazione revisionale e programmatica”.
Il sindaco ed i Consiglieri di Maggioranza del Comune di Celleno