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Massimiliano Farris
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Riceviamo e pubblichiamo
- Fino ad oggi non ho ritenuto opportuno dover di nuovo intervenire sulla questione della mia mancata riconferma alla Viterbese, dato che nella mia attuale squadra, il Bassano Romano, mi trovo benissimo.
Sono soddisfatto del lavoro che svolgo e che ho modo di fare con persone che mi stimano e che hanno il pregio di parlar chiaro, quando serve.
Ho preferito non tornare sulla questione neanche quando il direttore generale della Viterbese, che in questo momento di difficoltà della squadra ha preferito dimettersi, mi definì “da pensione” in piena conferenza stampa.
Ma ancora oggi leggo sui giornali che il presidente Maggini continua a chiamarmi in causa e allora credo sia giusto mettere la parola fine a questa vicenda una volta per tutte.
Voglio chiarire, se qualcuno ancora non lo avesse capito a causa delle inesattezze dichiarate da Maggini, che la società gialloblù non mi ha più tra i suoi tesserati solo perché così ha deciso la dirigenza che gestisce il club.
Mi spiace leggere ancora oggi sui quotidiani che io a giugno me ne sono voluto andare da Viterbo perché avrei preteso dalla società un aumento di stipendio.
Queste sono tutte bugie, e non capisco per quale motivo Maggini continui a dirle.
Perché, se proprio il presidente vuole parlare di me, non racconta di quando per mesi mi ha rassicurato con tanti bei discorsi sul rinnovo del mio contratto, portandomi a cena con lui e presentandomi come “il capitano dei capitani”, illustrandomi i suoi progetti sullo stadio e coinvolgendomi in un piano pluriennale che mi avrebbe visto in futuro nei quadri dirigenziali del settore giovanile gialloblù?
Se a Maggini dà fastidio che adesso i tifosi invochino il mio nome, potrebbe ricordarsi di quando lui promise loro che io sarei rimasto ancora il capitano della Viterbese.
Se poi non ha mantenuto i patti e se adesso la gente se lo ricorda, cosa c’entro io?
Per quanto mi riguarda, la soddisfazione più bella che adesso provo è quella di incontrare tantissima gente a Viterbo che mi accoglie con affetto e sorrisi e che ancora mi chiama “capitano”.
Evidentemente nei due anni in cui con orgoglio ho vestito la maglia gialloblù qualcosa a questa città e alla sua gente ho lasciato.
Vorrei perciò invitare Maggini a smetterla di parlare con tanta leggerezza di me e della mia età. Dubito che il presidente della Viterbese abbia una capacità tecnica tale da potersi permettere di fare affermazione sulla mia persona, sia come calciatore che come uomo.
Debbo forse ricordare a Maggini che nei due anni in cui sono stato alla Viterbese ho segnato 10 gol, collezionando 66 presenze, buone prestazioni che restano sotto gli occhi di tutti e mai un infortunio?
Gradirei, quindi, che il presidente gialloblù smettesse di tirarmi in ballo ancora oggi.
Vista la situazione della Viterbese, credo che abbia altro di cui occuparsi, piuttosto che di me e della mia età.
Massimiliano Farris