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Bolsena
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Riceviamo e pubblichiamo
- Il consigliere di minoranza, Radames Petti, perde come al solito tutte le occasioni, che ha, per fare la scelta più sensata: informarsi dei fatti prima di scrivere.
Come fa il consigliere di minoranza ad emettere sentenze sull’organizzazione di una manifestazione, Ottobre piovono libri, di cui non conosce i risvolti e tanto meno chi l’ha organizzata?
Come fa il consigliere capogruppo del partito dei comunisti italiani a tirare sempre in ballo il sindaco in ogni occasione?
Il consigliere non sa che l’organizzazione dell’evento è stata affidata alla Pro Loco di Bolsena. Saprò dire di più.
In realtà la data di Bolsena originariamente non era tale, ma destinata ad un’altra città che poi per cause logistiche si è fatta indietro. Io personalmente, grazie ai buoni uffici con il Ministero, ho lavorato affinché l’Associazione bolsenese potesse entrare come sostituta e così è stato.
A questo punto ci siamo trovati dinanzi un programma che era stato redatto, da un direttore artistico che poi è il responsabile dell’ufficio politiche giovanili dell’Anci, Santoro, che è tra i più importanti conoscitori delle tradizioni popolari.
La volontà del consigliere Petti di mettersi in luce è stata evidentemente troppo forte.
Perché era troppo facile chiedere delle sorti organizzative, era troppo scontato fare un’interrogazione (come fa per altro, per ogni foglia che cade da un albero o per qualsiasi goccia di pioggia non prevista dal meteo), di certo sarebbe stato troppo lesivo cadere nel cono d’ombra, invece di scrivere solo per il gusto di apparire.
In realtà non volevo rispondere all’ennesima provocazione, lasciando ancora una volta cadere nel vuoto una lettera demagogica e spudoratamente politica. Ma vede consigliere, la cultura è di tutti, non ha un colore politico, e per questo prima di finire per le rime sui giornali se potrebbe parlare in un altro contesto. Magari unendo le forze e fare tutti insieme il bene del paese.
Ma non posso pretendere questo da lei, che predica bene e poi razzola male. Il suo slogan è sempre quello del dialogo (come da ‘manuale del comunista’) e poi come al solito, preferisce i riflettori ai valori che predica.
Caro consigliere, spero con tutto il cuore, che se ricapiterà l’occasione di ospitare questa splendida manifestazione, di poter contare su tutto il mondo che gravita nell’ambito culturale. Ma non serve che lei faccia da sponsor. Basterà semplicemente riuscire ad entrare nella lista delle città ospitanti (che sono poche) ed avere tutto il tempo possibile per preparare l’evento.
Infine caro consigliere, il sindaco, non c’entra. So che ogni occasione è buona per mettere in luce le nostre ortensie, ma il suo collocamento è all’opposizione, non nella maggioranza. Così rischia ancora una volta di fare pubblicità a noi. No grazie! La pubblicità è solo il nostro lavoro, spesso silenzioso, ma efficace.
Ed i risultati (politici ed amministrativi) sono dalla nostra parte.
Andrea Di Sorte
Consigliere Comunale di Forza Italia
Delegato alle politiche giovanili