Riceviamo e pubblichiamo - Sulle pagine di un quotidiano locale sono stati riportati i dati allarmanti di uno studio di una importante società di consulenza sulle tematiche connesse con i cambiamenti climatici.
Viene ravvisata una emissione di CO2 il gas che viene indicato come responsabile principale del riscaldamento della terra che supera di molto il livello stabilito dal Piano nazionale: il dato presentato è dell’875%.
Se questo risponde al vero vuol dire che le attività produttive e civili nel complesso, sono fuori controllo e che contribuiamo al peggioramento del clima mondiale in modo grave ed irresponsabile.
E’ chiaro che la Tuscia sconta la presenza di parte del più grande polo energetico d’Europa ma è anche evidente che le istituzioni locali sono molto indietro nell’affrontare il tema della riqualificazione delle politiche energetiche.
Mentre noi camminiamo, gli altri corrono. E non bastano di certo gli incentivi concessi dalla Regione Lazio per la generazione domestica di calore ed energia.
Negli ultimi anni i consumi energetici pro capite sono aumentati troppo nel Viterbese e l’inversione di tendenza sulla promozione dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile non c’è stata.
Vi è una elevata dipendenza da fonti non rinnovabili (fonti fossili) e non ci sono state ad oggi risposte adeguate. Questo quanto affermato anche nell’ultima Relazione sullo stato dell’Ambiente della Provincia di Viterbo (2006).
Mancano strategie politiche precise e condivise e mancano riferimenti tecnici su scala provinciale. Il Piano Energetico è disatteso e le strutture di supporto tecnico (ESCO) sono sotto-utilizzate.
L’ambito dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi non è stato minimamente coinvolto e si costruiscono ancora case a bassissima efficienza; in altre regioni questo non è più possibile.
Ed è irresponsabile affrontare ancora le questioni infrastrutturali e di sistema come se il problema energetico non esistesse o non fosse collegato.
Realizzazioni come quello di un inceneritore o di un aeroporto (un impatto terrificante sulla produzione di CO2), o come le estemporanee proposte di realizzare centrali a biomasse come quella presentata a Barbarano nei giorni scorsi, non possono essere valutate ignorando la situazione complessiva della produzione di anidride carbonica.
Dobbiamo essere seri e assumerci le responsabilità che sono evidenti.
Auspicabile quindi una immediata verifica del Piano energetico Provinciale e la realizzazione di un patto territoriale per il raggiungimento dei limiti del Protocollo di Kyoto.
Per i Verdi per la pace di Viterbo
Umberto Cinalli