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Il taglio del nastro
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- Sette stanze spaziose, luminose, colorate, attrezzatissime. La particolarità, tuttavia, risiede nella grandezza.
Nel nuovo asilo nido aziendale dell’ospedale di Belcolle, inaugurato questa mattina, tutto è a misura di bimbo. Dai lavandini, alti non più di quaranta centimetri, ai tavolinetti, dai letti (li si potrebbe definire) giapponesi, fino alle posate e ai piatti.
Alla presenza del ministro della Pubblica istruzione Fioroni, del prefetto di Viterbo Giacchetti, del consigliere regionale Parroncini, di molte autorità civili e religiose del capoluogo, il nuovo asilo aziendale di Belcolle “ha mosso i suoi primi passi”.
Una struttura che potrà ospitare fino a 48 bambini, da 0 a 3 anni, suddivisi in due turni da 24, dalle ore 7 alle 21.
L’onore del taglio del nastro è spettato all’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Augusto Battaglia, accompagnato dal direttore generale della Asl di Viterbo, Giuseppe Aloisio.
“La cerimonia di oggi ha detto Battaglia non è un fatto marginale. La qualità della vita degli operatori sanitari, infatti, è strettamente collegata alla qualità della loro prestazione professionale”.
Il nuovo asilo nido sarà gestito dal personale qualificato dell’Opera nazionale “Maria Montessori” con la quale la Asl di Viterbo ha stipulato una convenzione e che, proprio quest’anno, festeggia i cento anni dalla nascita della sua prima struttura dedicata all’educazione dei bambini.
“Il metodo Montessori ha commentato il ministro Fioroni è ciò che veramente serve ai nostri piccoli. Un processo di crescita nel quale la centralità del bambino sta nella costruzione della sua identità, e in cui la libertà del rapporto tra docente e discende produce i suoi benefici migliori”.
Giuseppe Fioroni, poi, sulla scorta di quanto sostenuto da Battaglia e relativo alla riduzione del debito sanitario regionale “In due anni ha detto l’assessore siamo passati da 2 miliardi di debito annuo a 900milioni, senza ridurre i servizi” -, non ha voluto far mancare la sua. “Plaudo all’operazione ciclopica che si sta compiendo in Regione ha esordito -. Ora però occorre fare uno sforzo supplementare volto a stroncare i lussi di cui beneficiano in pochi, per favorire i diritti di tutti”. Concetto che poi è stato spiegato in maniera, se possibile, più esplicita: “E’ doveroso che la Regione Lazio faccia una distinzione tra chi è veramente virtuoso e chi non lo è . Per quanto riguarda gli atti aziendali, ad esempio, c’è differenza tra chi, come la Asl di Viterbo, ha messo in campo un progetto di riammodernamento funzionale del sistema sanitario locale, e chi continua con la logica della proliferazione delle Unità operative per accontentare le richieste di qualche amico”.
Su questa lunghezza d’onda, si è inserito anche il pensiero del direttore generale della Asl, Aloiso. “L’inaugurazione dell’asilo nido aziendale ha detto ai presenti - è anche un obiettivo centrato dal punto di vista dell’ottima allocazione delle risorse pubbliche. Il progetto che oggi vede la luce, era stato pensato già molti anni fa, salvo poi essere accantonato nel 2003. Grazie anche alla Regione Lazio e all’assessore Battaglia, siamo riusciti a riattivare i finanziamenti regionali previsti in bilancio e a renderli produttivi in poco tempo.
Oggi, tuttavia, non riesco a nascondere la soddisfazione che provo nel dare il via a un servizio i cui primi beneficiari sono i dipendenti dell’ospedale che, da tempo, chiedevano all’azienda di dare delle risposte concrete alle loro esigenze di genitori.
Quello dell’operatore sanitario, medico o infermiere non fa differenza, non è un mestiere come un altro. In questa struttura, ogni giorno, esercitano la loro professione uomini e donne che mettono a disposizione dei pazienti ricoverati, non solo la loro professionalità, ma anche quel carico di umanità necessaria, anzi indispensabile, quando si ha a che fare con la malattia. Un lavoro che, spesso, toglie tempo e forze alle famiglie di appartenenza di ciascuno.
A partire dai figli.
E’ per questa ragione che il progetto dell’asilo nido aziendale dobbiamo considerarlo importante tanto quanto potrebbe esserlo l’apertura di un nuovo reparto”.