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Nicola Zingaretti |
- Al voto al voto. Domenica le primarie del Partito Democratico e nella Tuscia, ultima settimana di campagna elettorale.
I rappresentanti delle due liste che sostengono Veltroni e Zingaretti, quella Ds Margherita e quella di Parroncini, si sono seduti allo stesso tavolo insieme al candidato segretario regionale. Perché l’unione fa la forza e per dare forza alla nuova formazione politica, nella Tuscia servono almeno tredicimila voti. Per considerare le primarie un successo.
Quindi tutti per uno. Da Giuseppe Parroncini a Alessandro Mazzoli, passando per Giulia Arcangeli, Andrea Egidi, Angelo Allegrini e Marcello Mariani. Poco conta chi è della Margherita e chi dei Ds. Perché dal 15 non esisteranno più differenze.
“Nasce un nuovo partito spiega il presidente della Provincia Mazzoli e si aprono nuove opportunità per la Tuscia, di scambio con Roma, grazie alla candidatura importante di Zingaretti, che porta la sua significativa esperienza”.
Un partito che nasce con le idee chiare. Marcello Mariani stila il programma, che fa molto campagna elettorale. “Bisogna pensare alle infrastrutture, cominciando dal raddoppio della Cassia”.
Lodevole intenzione, solo che Margherita e Ds in Regione già ci sono. Che cosa potrà fare in più il Partito Democratico?
E qui la risposta di Mariani si è fatta articolata, puntando alla centralità del programma e al problema della politica e dell’antipolitica. E soprattutto: “Non ci può essere un giorno di ritardo in più”.
Argomentazione complessa e forse poco chiara. Ma solo dopo si è capito il perché.
Per avere la versione corretta, il discorso andava registrato e ascoltato al contrario.
Con il nuovo partito, si rimescolano le carte. “Lo slogan unire il Lazio sostiene Zingaretti non è stato coniato a caso. Vogliamo volare più alto, dare nuove occasioni al nostro territorio, con maggiore integrazione. Non abbiamo chiamato la gente a un corteo per manifestare contro le tasse, ma a eleggere i propri rappresentanti”.
Riferimento tutt’altro che velato alla manifestazione del 13 di An. “Ci sarebbe bastato non pagare trecento milioni l’anno per trent’anni, a causa del buco che ci hanno lasciato”.
Quella del Partito Democratico è una grande opportunità e in Regione le prove generali ci sono già state e superate a pieni voti.
“Già da tempo sostiene Giuseppe Parroncini - abbiamo costituito il gruppo consiliare unico composto da 27 persone, tredici Ds, otto della Margherita, quattro della lista Marrazzo e due federati. Portiamo quest’esperienza insieme a Zingaretti, che essendo anche parlamentare europeo ha un punto di vista privilegiato su quelle che sono le necessità del territorio”.
E il fatto che ci siano più liste a sostegno degli stessi candidati, per Zingaretti è un valore aggiunto.
“Sono tante osserva il candidato segretario regionale perché c’è tanta gente che vuole partecipare, c’è più pluralità. In tutto il Lazio si sono mossi in 4500 tra uomini e donne, l’intera regione si è messa in moto”.
Un movimento di cui anche Viterbo fa parte e dal quale potrà trarre vantaggio. “La nuova formazione sottolinea Andrea Egidi è un modo per legare insieme le diverse province del Lazio, dando il risalto che merita alla Tuscia”.
Sul perché le liste siano bloccate, senza possibilità di esprimere preferenze: “In questo modo sostiene Egidi si valorizzano giovani e persone capaci, ma meno conosciute, che di sicuro otterrebbero meno voti di persone che magari ricoprono ruoli di primo piano in ambito amministrativo e politico”.
Tra i tanti al tavolo, anche Giulia Arcangeli, ma in versione solo video e non audio.
Ragioni d’equilibrio politico tra le due liste le avrebbero impedito di prendere la parola.
Siccome lei è numero uno nella lista regionale di Parroncini e siccome in conferenza stampa oggi Sara Riccardi, omologa della lista Ds Margherita non c’era, un suo intervento è stato giudicato inopportuno.
Si chiamano primarie, ma sono elezioni. Con tanto di par condicio. Dura lex, sed lex.