Riceviamo e pubblichiamo - La legge è molto chiara e prescrive ad un assessore, interrogato da un consigliere provinciale, di rispondere per iscritto entro il termine massimo di trenta giorni.
Io sto aspettando le risposte scritte, dall'assessore Cappelli, da 97 giorni! Un atteggiamento reiterato che non può più essere tollerato.
Non è infatti la prima volta che ciò accade e vorrei che, questa consuetudine di non rispondere, finisse qui. Quello di oggi rappresenta l'ultimo episodio di una lunga serie (che per la verità coinvolge anche altri assessori).
Le molte interrogazioni, mai evase da Cappelli, furono da me formulate durante il consiglio provinciale del 2 luglio. Io avevo sperato che ottenere spiegazioni in quella sede avrebbe potuto risparmiare a tutti quei documenti, che a me sembrano veramente poco chiari, un viaggetto in altro palazzo.
Credo che il mio sia stato un comportamento corretto che si proponeva solo ed esclusivamente lo scopo di fare chiarezza, ma, evidentemente, la chiarezza non piace ed infatti risposte non sono mai arrivate nonostante i miei ripetuti solleciti.
Adesso si che il dubbio viene veramente, altrimenti perché non dare risposte?
Non è tutto, anche l'accesso agli atti sta diventando per me un vero problema in quel settore!
Ho fatto, il 20 settembre, richiesta per avere tutta la documentazione presente agli atti riguardante la nuova sede del Liceo scientifico, sia della vecchia amministrazione Marini che di quella nuova Mazzoli e, dopo 5 giorni, mi è stata consegnata una busta, sono arrivato a casa, l'ho aperta e dentro ho trovato: tre piani triennali delle opere pubbliche, due lettere di trasferimento documenti (senza documenti allegati) del periodo Marini, una relazione di un funzionario incaricato di circa un mese fa, niente di più, cioè niente di ciò che ho veramente richiesto.
Mancavano sicuramente: il vecchio progetto, le planimetrie, le determinazioni di impegno e liquidazione del progetto, il vecchio conto economico, tutte le vecchie e le nuove delibere di Giunta, il nuovo progetto (se c'è), tutte le vecchie e le nuove determinazioni dirigenziali, non c'era nemmeno la recentissima determina con la quale è stato dato un incarico di consulenza per 49mila euro ad un avvocato della Campania, questo documento sono riuscito poi ad averlo in altro modo ma non nel trasferimento ufficiale degli atti (vorrei ricordare che su questa determina avevo interrogato, nuovamente, Capelli il 3 ottobre in Consiglio ed ancora una volta lui non aveva risposto).
Ritenendo che quanto sopra detto rappresenti una gravissima violazione dei diritti di un consigliere provinciale, questa mattina sono andato dal Prefetto di Viterbo per farlo consapevole di quanto sta accadendo ed ho chiesto un suo risoluto intervento, annunciando anche un esposto alla Procura della Repubblica se necessario.
Francesco Bigiotti
Consigliere Provinciale