Riceviamo e pubblichiamo
- Il Comitato ha sventato un "attentato" all’aeroporto di Viterbo.
Quello che hanno perpetrato Giuletto Chiesa & co. è un inqualificabile atto di bassa lega teso a demolire un lavoro che da anni il nostro territorio sta portando avanti con grande sacrificio.
Sarebbe stato almento più opportuno scegliere una data diversa dall’11 settembre per sferzare un tentativo di sabotaggio dai movimenti francamente poco chiari.
L’intempestivo intervento puzza, infatti, di bruciato soprattutto perché dopo mesi di assoluto silenzio, il monito di uno sparuto gruppetto di parlamentari europei giunge a pochi giorni, o forse ore, dalla prossima decisione del ministro Bianchi.
Chissà se è un viterbese o un frusinate la miccia innescante di questa fantomatica macchietta che tanto ci ricorda uno di quei film di Toto’, precursori della commedia all’italiana. Forse, se ben studiato, si poteva almeno proporre un intervento che non desse per scontato che lo scalo si sarebbe realizzato a Viterbo, anche perché in tanti ambienti, escluso il nostro, tala scontatezza ancora non c’è.
Perché mai allora dirigere la furia politica verso un solo obiettivo quando, fino a prova contraria, gli obiettivi sarebbero tre?
Dove erano i salvatori del pianeta quando al Parlamento europeo hanno votato la normativa che invita gli stati membri a proliferare gli aeroporti?
Dove erano quando sono stati realizzati gli ultimi 20 scali europei che hanno fatto la fortuna economica ed occupazionale delle città che li hanno ospitati? Dove erano un anno fa quando si parlava quotidianmente di terzo aeroporto del Lazio?
Sappiamo con certezza dove eravate quando l’Italia diventava fanalino di coda dell’Unione Europea. Eravate li’, sulle vostre poltrone a fagocitarvi 30 mila euro al mese facendo su e giù con Bruxelles in un comodo aereo che sicuramente con voi a bordo non inquinava e non faceva rumore.
Giovanni Bartoletti
Presidente Comitato aeroporto di Viterbo