- Riceviamo e pubblichiamo - Le tante cose lette in questi mesi, mi spingono a delle riflessioni pubbliche per ribadire ai tanti scettici che un aeroporto non è sinonimo di catastrofe ambientale. Anzi tutt’altro.
L’inquinamento ambientale connesso al traffico aereo.
Del problema dell’inquinamento acustico si discute su scala internazionale sin dal 1966 al fine di impedire che esso diventi un ostacolo allo sviluppo economico internazionale.
L’ICAO (Organizzazione Mondiale dell’Aviazione Civile) nel 1968 ha costituito un comitato di studio sulle emissioni sonore degli aeromobili con il compito di definire, misurare ed elaborare norme su tale questione.
Le norme imposte hanno fatto si che negli ultimi 40 anni l’inquinamento acustico prodotto da un velivolo è diminuito di 30 db, contro i 15 db per le auto e 10 db per i treni.
In Europa. Anche la Comunità Europea, nel rispetto delle norme ICAO, ha emanato regole che proibiscono l’impiego di aerei di vecchia generazione sui territori dei suoi stati membri e che prevedono la graduale eliminazione dei più rumorosi per sostituirli con velivoli più silenziosi.
Dal 27 settembre 2003 ha iniziato ufficialmente ad operare l'agenzia europea EASA (European Aviation Safety Agency) la cui funzione è quella di legiferare su tutto ciò che concerne il trasporto aereo. Il parlamento europeo emette i requisiti essenziali, ovvero leggi, che EASA si preoccupa di rendere operativi ed eseguibili.
Uno degli elementi qualificanti della nascita di questa nuova agenzia è quello di aver messo tra i principali obiettivi quello della riduzione dell'impatto ambientale.
Il comportamento delle industrie aeronautiche.
Le case aeronautiche, e in particolare i costruttori di motori, sanno che per assicurarsi la commercializzazione di un aereo, esso deve essere il più silenzioso e il meno inquinante possibile.
Il controllo e la riduzione del rumore e delle emissioni di gas esausti ha spinto verso normative di certificazione acustica ed ambientale di aeronavigabilità che saranno certamente rispettate anche dagli aerei che opereranno su Viterbo.
Riflessioni sull’aeroporto di Viterbo.
Le condizioni attuali generali e particolari relative al sito di Viterbo sono tante: l’impiego di aerei con motori che presentano il vantaggio di una notevole riduzione del consumo di combustibile, quindi delle emissioni gassose e del rumore.
La modernizzazione continua delle flotte - infatti c’è un sostanziale diverso livello di rumorosità e di estensione dell’impronta del rumore a terra tra un velivolo degli anni ’60, uno degli anni ’80 e uno di ultima generazione: Boeing 727 maggiore di 14 chilometri quadrati, Airbus 320 circa 1,55 chilometri quadrati (meno 90% rispetto al Boeing 727), aereo di ultima generazione minore di 1,55 chilometri quadrati.
L’adozione di piani di contenimento dell’inquinamento acustico con decollo ed atterraggio a basso livello di rumore che prevedono angoli di salita e discesa elevati tali da ridurre l’estensione dell’area a terra soggetta al rumore (procedure antirumore); la possibile limitazione dei voli notturni, il non sorvolo del centro abitato e di zone della città densamente abitati; i moderni sistemi di gestione del volo consentono agli aerei di navigare con estrema precisione, su itinerari fissi e lineari, in modo tale da confinare il rumore entro fasce limitate.
In conclusione, considerato innanzitutto che il trasporto aereo riveste una immensa importanza strategica per lo sviluppo locale, sono convinto che sarà un’opera ad impatto ambientale molto contenuto e sostenibile dalla collettività e dalle infrastrutture già presenti e potenziabili sul territorio.
Giovanni Niro
ingegnere aeronautico