Riceviamo e pubblichiamo
- Egregio ministro,
ci consenta una breve disamina di alcune di quelle che, a nostro giudizio, sono le ragioni per cui il terzo scalo laziale dovrebbe farsi a Viterbo.
Tralasceremo le ampie ed esaustive valutazioni fatte da ENAC ed ENAV di cui Ella conosce, meglio di ogni altro, le relative conclusioni.
Ci soffermeremo, invece, su alcuni elementi che, a nostro modesto parere, devono essere valutati con maggior rigore ed obbiettività.
BENCMARK (Viterbo, Latina e Frosinone)
Considerazioni preliminari
Viterbo presenta, rispetto alle altre città concorrenti, un indubbio vantaggio. In particolare, il terreno che, dovrebbe ospitare lo scalo civile, è interamente ubicato su sedime aeroportuale demaniale.
Il nostro aeroporto già dispone di una torre di controllo e di una pista appena realizzata di 1.500 metri per 45 il cui ampliamento, o meglio il suo allungamento, non presenta nessuna problematica di sorta.
Differentemente, lo scalo di Frosinone oltre a non disporre di alcuna pista, necessita dell’espropriazione di centinaia di piccoli lotti che renderebbero, in caso di presumibili ricorsi amministrativi, necessario un iter procedurale assai lungo e costoso, per l’Amministrazione.
Latina, invece, pur disponendo di una pista, anch’essa da allungare, come la nostra, e di una torre di controllo, si trova a dover fare i conti con i vincoli archeologici derivanti dalla vicinanza della stessa con l’Appia antica. Risulta infatti evidente che allungare l’attuale pista fino 2.400 metri precluderebbe, in futuro, la possibilità di ulteriore estensione della stessa.
Qundi, in caso di più che probabile necessità di futuro ampliamento, si dovrebbe realizzare una ulteriore pista orientata in altra direzione con costi e tempistiche facili da immaginare (vedi studio di prefattibilità dell’aeroporto di Latina commissionato dalla Camera di commercio di Latina).
A parte le suddette tematiche tecniche, bisogna affrontare l’incompatibilità tra la scuola militare di volo basico ad ala fissa di Latina e quella ad ala rotante di Frosinone, con un eventuale scalo commerciale. In tali scuole dell’A.M., iniziano a volare tutti i piloti di aeroplano e di elicottero dell’Arma Azzurra e degli altri corpi armati dello Stato.
Pertanto, nei primi voli, gli allievi piloti sono sotto continua osservazione da parte dei loro istruttori che ne “telecomandano” il volo via radio mediante indicazioni impartite da una postazione fissa ubicata sulla testata pista.
È facile comprendere come tale difficile e delicata operazione, insieme a molte altre, non siano compatibili con un’attività di volo commerciale schedulata. Tale problematica, già evidenziata dallo Stato Maggiore Aeronautica, comporterebbe, quindi, lo spostamento delle suddette basi in altra località compatibile.
A parte i costi sociali di un’operazione di “deportazione” di un’intera comunità di uomini (sia Latina che Frosinone hanno circa 500 addetti nelle rispettive basi) senza precedenti nella storia di un paese democratico, andrebbero valutati i costi economici di tale “trasloco” stimati nell’ordine di 70-80 milioni di euro per ciascuna base. In ogni caso tale riconversione comporterebbe tempistiche e ritardi notevoli alla soluzione di un problema che richiede tempi rapidi di attuazione.
Finanziamento dell’opera
È facile immaginare come un aeroporto che, nel giro di qualche anno, dovrebbe ospitare qualche milione di passeggeri trovi vento in poppa per quanto riguarda i finanziamenti dello stesso.
Lo stesso dicasi per la rete ferroviaria di collegamento. Pertanto, già numerosi investitori ed istituti di credito hanno dato la loro piena disponibilità al finanziamento dello scalo viterbese e al potenziamento dei collegamenti esistenti su rotaia da e per la capitale.
Scelta degli operatori di mercato
Aeroporti di Roma Spa, papabile candidata alla gestione del terzo scalo laziale, ha già deciso che la sede migliore è Viterbo, ed all’uopo è stato presentato al Senato, un recente disegno di legge in cui la stessa società si impegna, sia alla gestione che alla realizzazione dello scalo, sopportandone i costi (Senato della Repubblica: disegno di legge n.1480 COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 17 APRILE 2007).
Ryanair, ha già mostrato interesse per Viterbo ( il sole 24 ore, 18 agosto 2007, prima pagina ).
La compagnia di Dublino primo operatore di voli low cost a Ciampino, e quindi presumibilmente, tale anche nel terzo scalo suddetto, venendo a Viterbo risparmierebbe almeno 15 minuti di volo a tratta, ed inoltre coprirebbe un bacino d’utenza che, oltre a Roma, interesserebbe l’alto Lazio, la bassa Toscana, l’Umbria e il reatino, nonché si gioverebbe degli importanti collegamenti intermodali della stazione di Orte e del porto di Civitavecchia.
Diversamente sarebbe costretta ad atterrare in un territorio ubicato tra due grandi realtà aeroportuali Fiumicino e il futuro scalo di Grazzanise in un territorio che non le darebbe alcuno sbocco commerciale al di là della sola Capitale.
Alitalia
I voli gestiti dalle compagnie a basso costo si sovrappongono ai voli operativi gestiti dalla Compagnia di bandiera; per tale motivo, quindi, Alitalia auspica la delocalizzazione, così come avviene in tutta Europa, dei suddetti voli verso aeroporti maggiormente decentrati.
Un simile scenario consentirebbe la convivenza di entrambi i modelli di business: aeroporti principali per i full service carrier quali Alitalia e aeroporti più periferici per i vettori low cost, così come già avviene a Parigi, Bruxelles, Londra, Barcellona, Francoforte, Stoccolma, Amburgo.
L’aeroporto di Viterbo, a differenza degli altri, potrebbe se non risolvere, quantomeno alleviare la crisi della compagnia di bandiera. Basti leggere il rapporto dell’ ENAV comparativo dei tre scali candidati, che in buona sostanza sancisce tecnicamente che un aeroporto a sud di Roma congestionerebbe Fiumicino, viceversa lo scalo viterbese fluidificherebbe il traffico sullo scalo romano con indubbi benefici per gli operatori che lo utilizzano.
Tali considerazioni assumono maggior rilevanza alla luce delle recenti decisioni di trasferimento del traffico Alitalia da Malpensa a Fiumicino. Vi è di più, il capoluogo pontino ha un treno che impiega circa 33 minuti per raggiungere la stazione Termini contro i 35 minuti di tempo necessario per raggiungere, da Termini, Fiumicino. Partendo da Roma, quindi, raggiungere Latina o Fiumicino per volare rispettivamente con Alitalia et simila, o con un low cost, è pressoché indifferente nel tempo di percorrenza, ma non nel prezzo del biglietto aereo, ovviamente molto più conveniente il low cost da Latina.
Tutti preferiranno Latina a scapito di Fiumicino. Quindi il problema della vicinanza dell’aeroporto low cost di Cimpino , che ha messo Alitalia fuori mercato per le tratte gestite dalle compagnie a basso costo, uscirebbe dalla porta (Ciampino) per rientrare dalla finestra (Latina).
Sicurezza
Il nostro comitato condivide pienamente quanto affermato dal “Comitato 8 ottobre per non dimenticare”, associazione che unisce tutti i familiari delle persone che nella mattina dell' 8 ottobre 2001 hanno perso la vita sulla pista dell'aeroporto di Milano Linate. Il comitato 8 ottobre si è infatti espresso nella “querelle” per l’individuazione del terzo aeroporto del Lazio auspicando, in buona sostanza che, le decisioni tecniche non siano mai più inficiate da quelle politiche.
Nella tabella che segue, estratta dal noto rapporto ENAC 2007, è di tutta evidenza il punteggio riportato dall’aeroporto civile di Viterbo per quanto attiene agli indicatori traspostici e territoriali, soprattutto in termini di sicurezza che, assegna a Viterbo il massimo punteggio.
Chi mai all’ENAC, dopo Linate, si assumerebbe la responsabilità di certificare una pista bocciata dallo stesso Ente in materia di sicurezza?
Infrastrutture di collegamento
Europa
L’aeroporto di Beauvais è situato a circa 80 km dal centro di Parigi e non dispone servizio ferroviario, ma è disponibile solo un servizio bus; l’aeroporto di Reus è situato a circa 6km dalla città di Reus che è raggiungibile in 10 minuti tramite bus ed una volta arrivati è possibile prendere dei bus che raggiungono Barcellona in un ora e 30 min, per una distanza di circa 108 km; l’aeroporto di Girona è situato a 18 km dalla città di Girona, e a circa 103 km da Barcellona, raggiungibile tramite due compagnie di bus; il notissimo aeroporto di Hahn è situato a circa 124 km da Francoforte e non c’è servizio ferroviario, ma solo servizio bus; l’aeroporto di Vasteras è situato a 120 km da Stoccolma e non ci sono treni, ma solo bus; l’aeroporto di Lubecca è situato a 65 km da Amburgo, ci sono servizi bus e taxi, con durata di percorrenza di 1 ora; l’aeroporto di Weeze si trova a 78 km da Dusseidolf, ci sono solo bus e taxi e il tempo di viaggio 1 e 15 min; Stansted dista da Londra 70 km.
Con questi dati appare del tutto evidente, come per i principali aeroporti low cost, l’Europa ha cercato di delocalizarne l’ubicazione, al fine di evitare una concorrenza spietata tra compagnie full service carrier e compagnie a basso costo. Solo l’Italia può vantare una distorsione paradossale come Ciampino, in cui la nota compagnia irlandese, porta passeggeri al centro di Roma con tempistiche assai inferiori rispetto all’Alitalia.
Viterbo
Veniamo a Viterbo e alle sue presunte carenze infrastrutturali, unico, e immotivato, cavallo di battaglia di chi vorrebbe a Latina, o a Frosinone l’aeroporto. Per raggiungere Roma partendo da Viterbo occorrono solo un centinaio di chilometri, circa un’ora d’auto, utilizzando strade a scorrimento veloce (superstrada per Orte e autostrada A1). In alternativa e con la medesima tempistica, si può utilizzare la Cassia, che ora, grazie ai lavori effettuati sul grande raccordo anulare di Roma, sembra aver agevolato, notevolmente, il raggiungimento della capitale.
Infine, passando da Civitavecchia, ( a breve speriamo, tramite la superstrada) e percorrendo l’autostrada si raggiunge Roma o Fiumicino con tempistiche in perfetta linea con gli altri scali europei.
Latina ha solo la Pontina e unicamente chi l’ha percorsa sa cosa significa. Frosinone, invece, ha le medesime tempistiche di Viterbo. Se si utilizza il treno, Viterbo offre ben due percorsi: uno via Orte e l’altro via Bracciano con una tempistica, allo stato attuale delle linee, di 1 ora e 31 minuti comprese cinque fermate. Si tenga presente che eliminando le fermate, da Viterbo a Roma si impiegherebbero 75 minuti.
Quindi i tempi sono quasi identici a quelli di Latina se si considera che ai 33 min di percorrenza Latina- Roma vanno aggiunti almeno 15 min di volo in più, considerato che più dell’85% di aerei provengono da nord, rispetto alla capitale.
È paradossale che, per andare a Roma si vada a sud con l’aereo (inquinamento, costi, congestione traffico aereo) e si ritorni a nord con il treno, quando atterrando a nord si può risparmiare tempo e denaro. In alternativa si potrà viaggiare con bus fino a Roma o fino ad Orte e poi treno veloce Orte - Roma con tempistiche non dissimili da quelle relative ai citati aeroporti europei.
Se poi si considera, ad esempio, che per andare a Londra occorrono, tra tutto, almeno 7 ore, home to home, (trasfert, check-in, attesa bagagli, etc.) pochi minuti in più non fanno la differenza, anzi, aiutano a far sopravvivere Alitalia e le compagnie convenzionali creando due target di prodotto, intelligentemente differenziato.
Quale ulteriore elemento di riflessione, nella tabella che segue, si riportano i dati relativi all’uso dei diversi mezzi di trasporto da parte dei passeggeri per raggiungere l’aeroporto di Orio al Serio pubblicata dalla società SABCO nell’ottobre 2005.
I dati riportati nella tabella, relativa all’aeroporto di Orio al Serio, mostrano, inequivocabilmente, come il trasporto ferroviario (leggasi Altri) non sia poi così determinante per raggiungere l’aeroporto.
L’esempio riportato, da cui si evince come il 91,5% dei passeggeri non utilizzi il treno nei collegamenti da e per l’aeroporto, è assai pertinente in quanto, il citato aeroporto, si configura come il terzo della Lombardia.
Quindi, non si capisce perché per l’aeroporto di Viterbo, tale mezzo di trasporto, dovrebbe essere tenuto in grande considerazione. Tuttavia, come per altro già detto in precedenza, viste le grandi potenzialità dello scalo viterbese, imprenditori, di rilevanza nazionale, si sono già proposti per il raddoppio della linea ferroviaria Viterbo-Orte.
Quale ulteriore elemento, in ambito di collegamenti aeroportuali, si tenga conto che, la società Ryanair fa muovere, in tutta Europa, a terra, i suoi passeggeri con i bus, ottimizzando tempi e costi. Per curiosa coincidenza la società che trasporta attraverso i bus navetta, milioni di passeggeri, di tutta Europa è proprio di un imprenditore viterbese (vedi: http://www.terravision.eu/)
Considerazioni sugli impatti ambientali
E del tutto evidente che, un aeroporto in qualunque posto si trovi ha necessariamente un impatto sull’ambiente, sia su quello immediatamente circostante che, più indirettamente, su quello globale. Ora, posto che gli aeroporti sono essenziali, resta da capire quali siano i siti aeroportuali che hanno i minori impatti ambientali.
In tal senso, come per altro già evidenziato nella tabella riepilogativa ENAC, mostrata in precedenza, Viterbo, rispetto a Latina e Frosinone, è senza dubbio la soluzione a minore impatto ambientale.
Sia Latina che Frosinone infatti, obbligherebbero le compagnie di trasporto aereo a tratte più lunghe, rispetto a Viterbo, di almeno 30 minuti (15 andata \15 ritorno) , questo perché più del 85% dei voli low cost (fonte rapporto ENAC 2007) proviene dal nord di Roma. Stante la situazione, l’aumento delle emissioni di CO2 è facilmente immaginabile non scegliendo Viterbo che, geograficamente, è a nord di Roma.
Nel caso di Frosinone poi, c’è da segnalare che, vista la massiccia presenza di insediamenti industriali, un aeroporto contribuirebbe ad ulteriore impatto sull’ambiente. Nella zona si sono già avuti infatti, non trascurabili segnali di emergenza ambientale, tanto che, numerose aziende agricole della valle del Sacco dovranno essere risarcite per i danni riportati dall’inquinamento industriale. In questo scenario sarebbe un po’ problematico insediare un aeroporto di tali dimensioni.
Per quanto riguarda Latina, è da notare che, lo sviluppo del sito aeroportuale, interesserebbe, proprio perché prospicienti, le zone urbane di Latina Scalo, Sezze e Sermoneta con indubbio danno alle popolazioni.
In particolare, Latina Scalo si trova proprio sul prolungamento asse pista dell’aeroporto.
Viterbo, proprio per la collocazione del suo aeroporto, non ha impatti immediati sull’aerea urbana. Infatti l’attuale pista ha un orientamento parallelo rispetto al centro abitato. La sua collocazione è tale per cui ogni ulteriore estensione è possibile. Infatti, sull’asse pista non si segnalano, per chilometri, insediamenti urbani.
Considerazioni conclusive
Ai sensi dell’attuale codice della navigazione, il regolamento sulla costruzione e gestione degli aeroporti, è un regolamento internazionale, ed è stato approvato dall’Enac nell’ottobre del 2005.
Dopo questa data quindi, nessun aeroporto in Italia si può fare senza il parere dei tecnici dell’Enac, e dell’Enav. È chiaro che, vista la complessità e l’importanza dell’aeroporto in questione, il Ministro, dovrà necessariamente ed oggettivamente tenere nella massima considerazione i pareri delle due competenti istituzioni tecniche, quale fondamentale elemento di supporto alla decisione politica.
Questo tipo di scelta, non può finalizzarsi con il “contentino per tutti”, sarebbe antieconomico e soprattutto, non servirebbe, anzi danneggerebbe la competitività del sistema Italia. E’ necessaria la politica dell’oggettività e dello sviluppo economico e sociale. Il Ministro conosce bene i risultati di tutte le analisi effettuate e di come queste forniscano inoppugnabili presupposti di scelta per la città di Viterbo.
Per rendere competitivo e vincente il sistema Italia è necessario uscire da logiche che non siano quelle dell’oggettività della crescita, dello sviluppo, della sicurezza e, soprattutto, di salvaguardia dell’ambiente.
Se i presupposti non sono questi, meglio che non si facciamo più investimenti pubblici, che non si pensi più a programmi ambiziosi.
Nella convinzione che si possa addivenire velocemente alla scelta ottimale, ci consenta di concludere con le parole che nel 1938 pronunciò il T.Col. Vezzini, incaricato dall’Arma Azzurra di relazionare sull’opportunità di procedere alla realizzazione di un terzo aeroporto militare nel Lazio, da affiancare a quelli già esistenti di Ciampino e Guidonia: “l'ubicazione di tale struttura a nord della città di Viterbo appare la più favorevole.
La bellissima posizione geografica al centro-ovest del territorio nazionale, dalla quale, con lo stesso tempo di volo si possono raggiungere tutte le regioni situate sia a nord che a sud, come pure le isole, per il clima e le condizioni metereologiche, permette di effettuare qualsiasi operazione aerea nell'arco medio di 350/365 giorni l'anno"
Le rivolgiamo richiesta di audizione.
In attesa di cortese riscontro le invio i miei più sentiti ossequi.
Il presidente del comitato per l'Aeroporto
Giovanni Bartoletti