Riceviamo e pubblichiamo - La decisione di autorizzare l’apertura di una cava nel Comune di Proceno, in prossimità del torrente stridolone, è un atto di poca lungimiranza politica ed amministrativa.
L’attività di escavazione si va da inserire in un’area di particolare pregio ambientale, con dei vincoli evidenti, che non vede solo chi non vuole vedere.
Siamo in presenza di ambiti del paesaggio di maggior pregio, immersi in un sistema boschivo rilevante, in fascia di rispetto dei corsi d’acqua che non può prescindere dai mutamenti del percorso del fiume succedutesi nel tempo, senza dimenticare le numerose sorgenti, né l’importanza archeologica dell’area.
Proceno è troppo distante da Roma perché alla Regione possa interessare cosa potrà accadere fra qualche anno, e se l’intero territorio perderà la caratteristica attuale. Una differenza notevole dall’idea di “monumento ambientale” del sindaco Battistoni con cui aveva avviato la procedura in sede regionale.
Ma ci sono altri argomenti forti da opporre alla decisione: la prima è la vicinanza del centro abitato posto in una rupe friabile che potrebbe essere traumatizzata dalle vibrazioni e dalle mine previste dall’attività di scavo, la vocazione turistica del paese con le numerose imprese, gli agriturismo che verranno depauperati nei loro investimenti.
La vicenda è foriera di domande inquietanti che non possono essere sottaciute. La popolazione di Proceno viene a conoscenza della richiesta da parte della Società Basalto, di apertura di una cava nel mese di novembre del 2007 ed alla fine di luglio 08 tutta la procedura è stata conclusa.
Nel breve lasso di tempo, molte sono state le iniziative di dissenso, e sembrava inevitabile una consultazione capillare della popolazione da parte del Comune. Una volta stemperati i toni ha prevalso l’impostazione iniziale, con la popolazione all’oscuro e subalterna.
Sullo stesso canovaccio il comportamento della Regione.
Una rapidità di valutazione degli uffici, delle commissioni, procedure altre volte estremamente tortuose, che nel caso specifico sono risultati straordinariamente efficienti. Nel merito la Regione, a mio parere, ha negato aprioristicamente e con supponenza le ragioni di quanti portavano valutazioni diverse.
Tentativi sono stati fatti dall’Assessore della Regione Toscana, dalla Provincia di Grosseto vista la contiguità territoriale, dai cittadini che numerosi hanno firmato la petizione del Comitato nato contro la realizzazione, dal consigliere regionale Peduzzi di Rifondazione comunista.
Ma le ragioni della cava hanno surclassato qualsiasi voce di dissenso, con il sindaco Battistoni e il Partito Democratico (il mio partito) insieme a combattere per “l’interesse” superiore.
Ermanno Guerrini