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Il direttore del carcere Pierpaolo D'Andria
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- Esplode la polemica a Mammagialla. Dopo le dichiarazioni del direttore del carcere Pierpaolo D'Andria, insorgono i sindacati autonomi della polizia penitenziaria.
A mettere in allarme i sindacati sono state le recenti dichiarazioni del direttore, che aveva affermato che l'apertura della nuova sezione ad alta vigilanza sarebbe stata rimandata a data da destinarsi, a causa della carenza di personale da impiegare nella nuova ala.
"Il nuovo padiglione è pronto per accogliere 25 detenuti ex 41 bis aveva detto il direttore -, ma la sua inaugurazione è in fase di stallo. La nuova struttura richiederebbe 15 agenti per turno, che attualmente non ci sono".
A Mammagialla infatti gli agenti di polizia penitenziaria sono meno di 400 rispetto ai 570 previsti dall'organico.
Ma qualcosa, nelle dichiarazioni di D'Andria, non torna al segretario provinciale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) e a quelli dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). Entrambe contrarie all'apertura del nuovo padiglione.
“Vorrei sapere afferma Luca Floris segretario del Sappe con quale atto il direttore ha bloccato l'apertura della sezione a elevato indice di vigilanza. Non vorremo infatti che dietro l'angolo ci siano sgradite sorprese.
Visto che lo stato di agitazione del personale non si è mai revocato, ma solo sospeso per l’alto senso del dovere e delle istituzioni che i rappresentanti sindacali hanno dimostrato, è tuttora in vigore. Speriamo in un chiarimento e maggiori informazioni per le vie istituzionali, a breve termine”.
Dello stesso avviso anche Giuseppe Proietti Consalvo segretario regionale dell'Osapp.
“Grazie all’azione del nostro e di altri sindacati, del Provveditore regionale del Lazio, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha disposto la sospensione dell’apertura della sezione a elevato indice di vigilanza, fino all’assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria tramite la graduatoria azionale. Le dichiarazioni rilasciate dal direttore sottolinea - non rispondono a verità.
Anzi possiamo tranquillamente affermare che, la direzione, non ha mosso un dito per rappresentare i problemi all’amministrazione centrale, se non, forse, in seguito ai primi momenti di protesta dei lavoratori”.
I sindacati sembrano avere più dubbi che certezze, anche perché nessuna sigla era a conoscenza della decisione presa dal direttore. Decisione che, sempre secondo i sindacati, in realtà sarebbe stata presa a più alto livello.
“Se il direttore fosse a conoscenza o in possesso di disposizioni dipartimentali e ne avesse fatta sua la paternità sarebbe cosa grave sia dal punto di vista contrattuale, poiché mancherebbe il tavolo della concertazione, sia dal punto di vista morale - afferma Floris -.
Questo tenuto conto anche delle molteplici manifestazioni, non solo del Sappe e di tutte le altre sigle sindacali, ma soprattutto di quei colleghi che per diverso tempo hanno anche digiunato astenendosi dalla mensa pur di non vedere schiacciati i propri diritti”.
Come dire: il rinvio della sezione è solo merito del sindacato.