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Fini a Piazza del comune
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Laura Allegrini
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Fini con Marini
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Sul palco con Fini
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Uno striscione inneggia a Gabbianelli
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Grassini, Meroi, Marini
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La piazza
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Una ragazza con la coccarda
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Intanto a via Roma "Viterbo vola"
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Fini
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- Sarà stato il vento freddo. Saranno stati i nuvolosi che minacciavano pioggia fin dal pomeriggio, sarà stato l’inizio in anticipo, ma il comizio di Fini non fa il tutto esaurito.
Di gente a piazza del Comune ce n’è. Ma la chiusura della campagna elettorale di An, a Viterbo assume un significato simbolico forte. Una tradizione. Con tante aspettative. Ieri sera in parte andate deluse.
Gianfranco Fini arriva in piazza alle 20.45. Sapeva di dover parlare alle 21. Non la prende molto bene. S’impone un cambio della scaletta, con tanto d’anticipo. Il via alle 21.10.
Parla per prima Gabriela Grassini, quando la piazza è ancora in larghi tratti vuota. Lentamente si riempie. Si calcola a fine serata circa duemila persone.
Sul palco c’è anche Marini e stavolta parla. “Dopo tredici anni di buon governo di centro destra per la nostra città”. Dice con quel poco di voce che gli rimane.
Alle 21.28 tocca a Gianfranco Fini. Che esordisce con una certezza: “Vinceremo anche a Viterbo”. Applauso dal pubblico. Ve ne saranno altri, ma distribuiti con parsimonia. Cori non se ne sentono. Bandiere al vento, poche. Tutto molto english. Fuori contesto.
Con un’eccezione. Uno striscione in onore del sindaco uscente, con la scritta “Grazie Gabbianelli”. Quando il diretto interessato lo legge, fa subito cenno di abbassarlo.
Dal palco, Fini attacca Prodi, rilancia i temi cari al Pdl e in particolare al popolo di An e a Viterbo, non teme i voti che potrebbero essere sottratti da Udc e Destra che corrono da soli.
“Non mi preoccupa affatto sostiene della Destra dopo le elezioni se ne parlerà solo al passato. Sarà un flop clamoroso”.
E sul rischio che si possa andare al ballottaggio: “La vittoria al primo turno non è scontata sostiene del resto la legge elettorale per i comuni prevede il doppio turno. Quello che conta è vincere”.
Su Ugo Sposetti: “Non so se ai viterbesi faccia piacere che abbiano candidato un personaggio calato da Roma”.
Si va avanti fino alle 22.10, quando parte Povera Patria di Franco Battiato.
Fini saluta in fretta Marini, scende dal palco e se ne va. Veloce rientro a Roma. La campagna elettorale e la giornata non sono ancora finite.