Riceviamo e pubblichiamo - Già ai tempi della Democrazia cristiana quando, nel partito, era forte la dialettica con la sinistra Dc, con esponenti come Rosi Bindi, Sergio Mattarella, Dario Franceschini e lo stesso Romano Prodi, che seguirono allora Mino Martinazzoli per confluire poi, dopo vari passaggi, nel Partito Democratico di Walter Veltroni e Massimo D’Alema.
Nel 1994 la nostra scelta fu diversa: con la nascita del Cccd e l’alleanza con la Lega, Forza Italia ed An continuammo a rappresentare, nel Centro Destra, la continuità della nostra linea politica, sino alla nascita dell’Udc che espressamente, nella sua costituente del 2002, si dichiarò alternativo alla Sinistra ed incardinato nella Casa delle Libertà.
Nel frattempo, purtroppo, tanti amici, da Clemente Mastella a Sergio D’Antoni, dalla Fumagalli Carulli a Marco Follini, se ne sono andati per confluire dall’altra parte dello schieramento politico.
Sino alle elezioni politiche del 2006, la nostra posizione come Udc, malgrado gli sbandamenti di Follini, è stata chiarissima: una storia di 12 anni (1994-2006) di scelte coerenti sial al Governa che all’opposizione.
In questi due ultimi anni purtroppo tutto è cambiato: addirittura l’Udc ora non c’è più. E al suo posto è nata l’Unione di Centro che, oltre a Pierferdinando Casini, conta fra i suoi leader di punta Ciriaco de Mita, Savino Pezzotta e Bruno Tabacci.
Siamo di fronte ad una mutazione genetica dell’Udc soprattutto nel momento in cui ai nastri di partenza per il dopo Prodi, si presentano due grandi forze il Partito Democratico di Walter Veltroni da una parte ed il Popolo della Libertà dall’altra, un partito popolare, di ispirazione cristiana, costola italiana del Partito Popolare Europeo.
Tra queste due grandi forze l’Udc intende giocare la stessa partita che tentò Martinazzoli nel 1994, quando suicidò la Dc portandola su una posizione equivoca e falsamente equidistante fra l’allora gioiosa macchina da guerra di Occhetto ed il nascente Centro Destra di cui noi facemmo da subito parte.
Per tutte queste ragioni non ho avuto dubbi o esitazioni ad aderire al Popolo della Libertà.
Sono sicuro che in questo modo continueremo a fare dell’Italia una democrazia matura dove, come in tutti i principali Paesi europei, due grandi partiti possono alternarsi alla guida del Governo.
Emanuele Verghini
(Segretario P-L verso il Pdl di Oriolo Romano)