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Giovanni Bartoletti
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Riceviamo e pubblichiamo - Gli anglofoni, per indicare la degenerazione estrema della sindrome Nimby, utilizzano l'acronimo Banana che sta per Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything ("Non costruire assolutamente nulla in alcun luogo vicino a qualsiasi cosa").
Anche a Viterbo, in piena campagna elettorale stanno prolificando - nonostante il clima non proprio tropicale di questi giorni - innumerevoli “banana”.
Questi soggetti, con le loro osservazioni superficiali dimostrano l’assoluta mancanza di conoscenza della tematica aeroportuale: creare disinformazione, cercando di terrorizzare i cittadini con un’accozzaglia di dati sforniti di ogni base scientifica, che non sia quella autoreferenziale, è un atto di pura vigliaccheria che si fonda sulle paure inconsce dei cittadini.
Uscire allo scoperto, solo oggi, dopo due anni di battaglie per lo scalo, è ancora peggio.
Valutare attentamente la situazione specifica ed informarsi prima di dare giudizi affrettati e fuorvianti, costituisce un dovere di chi ha a cuore il futuro delle Nostre Terre. Futuro che, purtroppo, vede la Tuscia sull’orlo di un baratro economico senza precedenti. Negare a priori una struttura che, nell’esempio verosimilmente simile al nostro, del terzo scalo lombardo (Orio al Serio), ha generato in pochi anni un indotto di 17.915 addetti per una produttività di 2.221.386.984 di euro ( studio S.A.C.B.O. 2005), appare essere il frutto di un’irragionevole demagogia.
Affermare, ad esempio, che a Viterbo manca la valutazione di impatto ambientale dello scalo aeroportuale è inquietante perché dimostra la totale incompetenza della materia: nessuno scalo può essere realizzato senza detta valutazione, lo prevede la legge.
Viterbo Vola pretenderà, oltre alla valutazione ambientale, anche l’attuazione delle più efficienti misure atte a limitare l’impatto sul territorio, sviluppando al meglio le moderne tecnologie e procedure di salvaguardia delle risorse ambientali e delle attività agricole ed imprenditoriali in una zona ad elevato valore come quella termale. Stiamo lavorando con tecnici di fama internazionale per costruire il primo eco aeroporto del mondo.
Sarebbe, infatti, lecito parlare di sviluppo eco-compatibile (sostenibile) senza, ovviamente, penalizzare ulteriormente le persone che su questo territorio vorrebbero continuare a vivere, potendo cogliere tutte, per non dire uniche e rare, le occasioni di crescita e sviluppo, quali l’aeroporto.
Giovanni Bartoletti