Riceviamo e pubblichiamo - Come si entra il reparto dialisi e nefrologia dell’Ospedale di “Bel Colle” o prossima denominazione Santa Rosa, si scopre subito dal cartello una vistosa anomalia.
Risulta ancora indicato quale primario il prof Ancarani quando ormai da un anno e mezzo è andato in pensione.
Da tale data il reparto non ha ancora un primario. Si succedono delle nomine di “Facente Funzione” della durata semestrale che quindi può soltanto svolgere l’ordinaria amministrazione mentre c’è urgente bisogno di una nomina definitiva che possa rinnovare e stimolare la crescita di tale servizio che purtroppo la Sin Società italiana di nefrologia segnala in costante aumento.
La Asl di Viterbo non ha ancora a tutt’oggi un servizio di dialisi peritoneale, servizio che potrebbe migliorare la qualità di vita dei pazienti con una dialisi domiciliare senza doversi recare continuamente presso l’ospedale con costi sociali ed economici aggiuntivi, in considerazione che esistono pazienti che per sopravvivere devono effettuare oltre 80 chilometri giornalieri, con cadenza trisettimanale, dalla propria abitazione.
Al centro Uo Dialisi, necessita quindi improrogabilmente per civiltà e rispetto dei pazienti preparare un’equipe di medici e infermieri che si faccia attivo riferimento per tale servizio, se per caso un paziente oggi ne facesse richiesta dovrebbe fare recapito direttamente alla vicinissima Roma.
I rimborsi viaggio che la Asl liquida ai malati dovrebbero essere mensili mentre nella realtà sono in perenne ritardo da tre a sei mesi.
Da oltre un anno, in via provvisoria, presso l’ospedale di “Bel Colle” a fianco dell’accesso al reparto dialisi è stata installata una postazione per cassa ticket dove
tutte le mattine vi sono oltre 100 persone in fila per prenotare analisi e pagare il ticket e quindi i pazienti della mattina, che ricoverati presso il reparto di nefrologia devono fare dialisi, non esistendo passaggi riservati, attraversano con il loro letto tale numerosa presenza a discapito d’ogni elementare norma sia igienica che di privacy, inoltre i pazienti trapiantati immunodepressi in visita all’ambulatorio nefrologico, che hanno bisogno di trovarsi lontano da tale numerosa presenza umana, devono obbligatoriamente fare quest’inopportuno bagno di folla.
Tale servizio cassa ticket deve necessariamente essere trasferito il più lontano possibile da tale reparto.
La dotazione dei letti del reparto con bilance è sicuramente vecchio ed obsoleto, molti letti non si possono muovere o alzare creando notevoli disagi ai pazienti che devono giacervi immobili diverse ore quotidiane, l’impianto di climatizzazione centralizzato non è idoneo soltanto in una stanza sono stati installati degli split autonomi ma tutte le altre stanze ne sono sprovviste, le macchine per l’emodialisi sono “attempate” tanto che quotidianamente diverse devono andare in manutenzione creando non pochi problemi e preoccupazioni per i pazienti che sono coinvolti direttamente.
Ed ancora tante richieste e necessità quali una pensilina esterna che nei giorni di pioggia possa permettere l’accesso protetto soprattutto ai pazienti in carrozzella, trasportati, presso il reparto non esiste un ecografo portatile che possa controllare e permettere un accesso vascolare in procedura d’urgenza con tranquillità e metodo scientifico.
I pazienti cronici come i dializzati sono preparati a tutto, basti pensare che è fornita quotidianamente acqua da bere in un bottiglione di “Coca Cola”, tuttavia in questi giorni sta emergendo l’aspetto più tetro del sistema sanitario italiano dove presso il reparto non si trovano guanti sterili al punto che alcuni infermieri sono costretti a portarli da casa, oppure non ci sono garze e fasce e kit monouso per il servizio d’emodialisi con tutti i rischi infettivi dell’ospedale e di numerosi pazienti con problematiche.
Risparmiare per il servizio pubblico è sicuramente doveroso ma di certo non si può risparmiare sulla pelle della gente facendo mancare servizi macchinari e accessori necessari alla sopravvivenza, alla corretta ed igienica prestazione di servizi vitali a pazienti cronici in emodialisi.
Si chiede pertanto a tutte le autorità competenti di voler intervenire al fine di ristabilire tranquillità nel servizio, nei pazienti e loro familiari.
Nevino Barbanera
delegato provinciale associaizone Malati di reni