- La Provincia Agostiniana d’Italia ricorda il VII centenario della morte del Beato Giacomo da Viterbo attraverso una pubblicazione curata dall’avvocato Roberto Saccarello, Priore della Fraternità Agostiniana Secolare di Viterbo che s’intitola appunto al grande pensatore agostiniano, divenuto Arcivescovo di Benevento e di Napoli e Viceré alla Corte angioina.
Nell’articolata prefazione, monsignor Lorenzo Chiarinelli, Vescovo diocesano, esprime all’autore l’augurio che “l’agile pubblicazione valga a sollecitare conoscenza più viva e a dare ragioni e nuove energie per raccogliere una eredità preziosa di cultura, di vita, di santità, fiorita a Viterbo in una stagione fervida, per opera di figure di così alto profilo, come il Beato Giacomo”.
In verità, il fine propostosi da Roberto Saccarello è stato proprio quello di offrire una essenziale ma completa descrizione di Giacomo, la cui figura è poco nota ai viterbesi d’oggi, prendendo occasione dall’importante ricorrenza dei settecento anni del suo dies natalis.
Sono state così ripercorse le tappe più significative della sua intensa vita, tutta dedicata all’Ordine di Sant’Agostino e alla Chiesa : dal Convento della Trinità, nella natìa Viterbo, in cui iniziò gli studi e abbracciò la vita religiosa, alla prestigiosa Università di Parigi, dove fu prima studente appassionato, poi professore insigne ; dalle Sedi episcopali di Benevento e di Napoli che governò con esemplare spirito pastorale, ai privilegiati rapporti con Re Carlo II d’Angiò; dalla vicende del suo culto pubblico, alla sua alterna fortuna di filosofo e scrittore politico.
Nella descrizione delle opere del Capocci quindici sono quelle ritenute autentiche- speciale rilievo è stato dato al De Regimine christiano- uno dei più significativi trattati medievali di ecclesiologia- a cui è soprattutto legata la fama del “Doctor speculativus”.
L’ultima parte del volumetto è dedicata all’iconografia del Beato, in particolare ai ritratti esistenti nella sua città natale: i due affreschi della Sala Regia Sala e della Cappella, nel Palazzo dei Priori, e il dipinto nella Sala del Cenacolo alla Trinità, fortunosamente riscoperto agli inizi del secolo scorso.
L’autore ha voluto dedicare l’opera al P. Raffaele Trani, il religioso agostiniano che trascorse lunghi anni a Viterbo, dedicandosi con passione alla conservazione e alla valorizzazione del prezioso patrimonio artistico del complesso conventuale della SS. Trinità e tramandando la memoria delle grandi figure che vi passarono, in primis il Beato Giacomo.
Roberto Saccarello, Beato Giacomo da Viterbo, Agostiniano, Arcivescovo di Napoli, Pubblicazioni Agostiniane Italiane, pagg. 56, Roma 2008