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Case sequestrate a Tarquinia |
- Continua senza sosta la lotta della Polizia locale contro l’abusivismo.
Gli uomini del comandante Cesare Belli hanno sequestrato nella giornata martedì 22 aprile due case di legno nella località costiera di San Giorgio. Il blitz ha permesso anche l’identificazione dei proprietari del lotto su cui sono state realizzate due strutture.
I reati contestati sono la violazione delle norme in materia di legge urbanistica, del vincolo paesaggistico, della normativa antisismica e della legge sul cemento armato, il materiale con cui sono state realizzate le fondamenta due abitazioni. Soddisfazione viene espressa dal comandante Cesare Belli che evidenzia.
“Da mesi nella località di San Giorgio abbiamo istituito un’attività di controllo mirata, volta a contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. Fenomeno che, nella zona, sta cambiando pelle, in quanto i controlli costanti hanno allontanato gran parte delle ditte che lì operavano illegalmente, mentre adesso sono gli stessi proprietari dei lotti, nei fine settimana, a costruire”.
Altri aspetti legati all’attività di controllo sono quelli relativi alla manovalanza e all’eventuale inquinamento ambientale.
“Anche perché, rileva Belli per quel che riguarda la manovalanza, tutti gli operai lavorano in nero, invece, per ciò che concerne l’inquinamento ambientale, molto spesso le abitazioni sono prive dei necessari allacciamenti fognari e il pericolo della contaminazione delle falde acquifere è più che mai reale”.
Il livello di attenzione rimane, quindi, alto, tanto che nell’ultimo mese la Polizia Locale ha posto i sigilli ad altri tre edifici abusivi, sempre costruiti a San Giorgio. Tolleranza zero contro l’abusivismo è dichiarata dal primo cittadino Mauro Mazzola che sottolinea.
“La legalità deve essere un principio rispettato da tutti. Non si può fare i furbi e poi sperare in un condono o in una sanatoria che possano di colpo cancellare il problema. L’amministrazione comunale, perciò, proseguirà sulla strada del rigore. Il territorio di Tarquinia, infatti, è una risorsa per la comunità, che va tutelato e utilizzato in maniera corretta”.
prendendo spunto dal bombardamento nazifascista della città basca ritratto da Picasso, l’autore traccia una panoramica del 1937, l’annus horribilis che vede l’apice della guerra civile, e sociale, spagnola e dell’involuzione autoritaria in URSS, e nel quale avvengono l’assassinio dei fratelli Rosselli, di Camillo Berneri e la morte di Antonio Gramsci, mentre all’orizzonte si addensano le nubi del secondo conflitto mondiale. Il saggio, contraddistinto da un avvincente stile narrativo, non manca di confrontare le guerre di allora con quelle in corso in questo momento, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della propaganda e dell’informazione.
Angelo D’Orsi, allievo di Norberto Bobbio, è professore di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. Ha fondato FestivalStoria (di cui è direttore). Firma autorevole de «La Stampa» e del suo supplemento «TuttoLibri», tra i suoi volumi recenti ricordiamo: La cultura a Torino tra le due guerre (Einaudi, 2000), Intellettuali nel Novecento italiano (Einaudi, 2001), Piccolo manuale di storiografia (Bruno Mondadori, 2002), I chierici alla guerra (Bollati Boringhieri, 2005), Da Adua a Roma (Aragno, 2007).