Viterbo - Centrale - Tensione sotto il ministero delle Attività produttive
Botte da orbi tra nocoke e dipendenti Enel
23 aprile 2008 - ore 19,00
- Attimi di tensione a via Molise. Questa mattina davanti al ministero delle Attività produttive si sono ritrovati i no coke da un lato e i lavoratori Enel dall'altra.
A fronteggiarsi una
trentina di no-coke, contrari al carbone, e un centinaio di
lavoratori Enel, favorevoli. I due gruppi sono stati divisi da un cordone
di polizia del reparto celere.
Ai no-coke sono state sequestrate 3 cassette
di ortaggi.
Gli operai Enel hanno invece intonano l'inno di Mameli esibendo
striscioni favorevoli al carbone pulito.
I due gruppi si sono presenti davanti al ministero per poter partecipare alla riunione indetta per verificare se ci sono i presupposti per riaprire la conferenza di servizi.
I lavoratori dell'Enel denunciano che il fermo del progetto provocherebbe la perdita
di oltre tremila posti di lavoro. Dall'altro canto i nocoke rivendicacano un ambiente sano e senza carbone.
Ai lavoratori e ai dirigenti Enel è arrivata la solidarietà di Alfredo Antoniozzi (Pdl) e di Donato Robilotta, capogruppo alla Regione Lazio dei
Socialisti Riformisti-Pd.
"E' di una gravità inaudita afferma Robilotta - che il presidente
Marrazzo e l'assessore Zaratti abbiano utilizzato l'Arpa, che
non rappresenta un'Authority indipendente, come braccio armato
nei confronti del ministro Bersani per costringerlo a riaprire
la conferenza dei servizi.
Se da quel tavolo dovesse uscire una
risposta negativa nei confronti della Centrale di Civitavecchia
la colpa sarebbe tutta del presidente Marrazzo che si è distinto
nella sua politica come vero capo della sinistra arcobaleno,
pronto sempre a dire di no".
Non concorde invece il capogruppo del Pd Giuseppe Parroncini: Robilotta ha ormai scoperto una vis polemica che non aveva quando era un disciplinatissimo esponente della giunta Storace.
All’epoca lo si ricorda particolarmente silenzioso tanto da far pensare che non fosse a conoscenza di quanto succedeva in Giunta. Forse dormiva. Dal 2000 al 2005 Robilotta sembra dice Parroncini - non ricordi nemmeno di essere stato assessore. Noi ne siamo certi e quindi gli consigliamo di riguardarsi qualche foto di gruppo prima di parlare del presidente Marrazzo".
Riceviamo e pubblichiamo - Si è conclusa stamani, durante la conferenza dei servizi al Ministero dello Sviluppo Economico, l'audizione dei medici e dei cittadini che rappresentano le famiglie dell'Alto Lazio impegnate in un'azione di leggittima difesa popolare contro lo “sporco carbone pulito” dell'Enel.
È in ballo la riapertura della procedura A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale). “Spiegare l'A.I.A. è complicato e l'A.I.A. da sola non basta a fermare la centrale a carbone di Civitavecchia ma è un grande momento di verità” chiariscono i cittadini, proseguendo: “Questo spiega l'opposizione strenua dell'azienda elettrica: Enel ha paura.”
Durante l'audizione è stato spiegato che le “lacune e carenze” dei documenti autorizzativi, scoperte dai periti del Tribunale di Civitavecchia sono tante e incontenibili. Riguardano soprattutto l'emissione di metalli pesanti.
È stato altresì spiegato che le lacune e le carenze non sono una questione letterale ma si traducono in un numero di morti e di malati aggiuntivi rispetto a quelli dovuti ad altre cause.
Per il calcolo del numero di morti e malati si applica un programma che fornisce il danno pecuniario. Il programma è stato messo a punto dall'Unione Europea; il risultato è il seguente: in 25 anni il risarcimento per morti dovuti al carbone sarà di 200.000.000 di euro.
Per le malattie parliamo di tre volte tanto. Infine sono stati indicati aspetti “dimenticati” dall'autorizzazione, tra cui la sismicità dell'area il recente terremoto fa testo e l'enorme problema ampiamente sottovalutato della radioattività.
I lavoratori Enel, presenti con la garanzia della giornata lavorativa pagata, sono stati più volte invitati a fare causa comune contro chi nega loro anche le più elementari misure di prevenzione come lo screening dell'arsenico.
Quei lavoratori, mai offesi dai cittadini dell'Alto Lazio, hanno invece scelto di urlare “pecorari” ai padri e alle madri presenti sotto il ministero in delegazione. “Ebbene sì, siamo pecorari” hanno risposto con orgoglio i rappresentanti di Tarquinia. A loro è andata la solidarietà dei cittadini di Civitavecchia.
Movimento No Coke Alto Lazio
Comitato dei Cittadini Liberi
in difesa della salute e dell'economia