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Gianmaria Santucci
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- Nessun complotto. Fosca Tasciotti ha preso poche preferenze, un fatto spiacevole. Ma il partito non c’entra.
Il giorno dopo l’uscita dell’ex assessore dall’Udc, Gianmaria Santucci, segretario comunale, raccoglie le idee e replica alle dichiarazioni della Tasciotti e di Marcoaldi. “Nemmeno volevo farlo dice ma sono stato sollecitato da esponenti del comitato, per chiarire la situazione”.
Partendo da quei duecento voti in meno che sono valsi alla Tasciotti il mancato ingresso in consiglio comunale. “Nessuno ha mai indicato sostiene di votare un candidato a discapito di un altro. Hanno detto cose gravi e spero che si scusino. Sapevamo fin dall’inizio che a farcela potevano essere in quattro o cinque.
Candidati come Barbieri o Tofani hanno confermato le aspettative, lei è andata sotto rispetto a quanto sperava. Mi dispiace, ma nessuno ha macchinato per crearle difficoltà. Oltretutto non è nemmeno la prima dei non eletti. Davanti ce ne sono altri due. Se una formazione politica come la nostra fosse in grado di predeterminare i primi quattro eletti in lista, saremmo a cavallo.
Capisco l’amarezza, ma il risultato va accettato. La gente ha scelto diversamente”.
In quattrocento hanno minacciato di restituire la tessera insieme a lei. “Finora sono in nove osserva diversi della stessa famiglia. Ne mancano 392. Vedremo”.
La Tasciotti doveva essere il candidato sindaco, poi è stato preferito Gigli, nonostante undici su quindici del comitato comunale abbiano votato a suo favore. “Veramente precisa Santucci soltanto uno avrebbe voluto Fosca. Ci sono i verbali a dimostrarlo. Tutti gli altri hanno scelto Gigli, ritenendola la soluzione migliore. Tanto che non c’è stata nessuna votazione, visto che c’era quasi l’unanimità”.
Ma il risultato è stato deludente. “Non credo. Che l’Udc a Viterbo sia andato più che bene non lo dico solo io osserva ma le persone, i mezzi d’informazione. E’ stato un risultato insperato, alle comunali abbiamo raddoppiato il dato politico”.
La sua posizione d’assessore uscente l’avrà messa in difficoltà per il mancato accordo con gli ex alleati. “A dire il vero ricorda Santucci mentre io ho lavorato fino all’ultimo per un apparentamento, lei ha sempre sostenuto che si doveva andare da soli. Che ora si ribalti la situazione è strano.
Mi sono assunto la responsabilità di chiudere le trattative all’ultimo. Se fosse stato per lei le avrebbe archiviate molto prima”.
Tasciotti e Marcoaldi se la sono presa anche con il segretario comunale. “Se non ricordo male precisa Santucci fu lei la prima a felicitarsi e a manifestare entusiasmo per una scelta che aveva definito rinnovatrice.
Entusiasmo che mi ricordo non espresse per Socciarelli. Anzi. Anche sulla scelta di Casini di correre da soli, se era in dissenso perché ha accettato? Se non condivideva, poteva non partecipare, invece ricordo che ha sempre sostenuto la politica del leader.
Così è stato, fino al giorno prima dello spoglio.
Dispiace che non sia stata rieletta, ma addebitare ad altri la volontà degli elettori è sbagliato”.
Ripensamenti e critiche possono sempre esserci. “Certo dice Santucci ma fino al sabato prima del voto era tutto ok. Non ho sentito polemiche. Sosteneva che la lista era forte.
Il dato su Gigli sindaco è ovvio che sia stato inferiore. Il voto utile ci ha penalizzato, la corsa era a due, tra Sposetti e Marini. C’è stato il voto disgiunto, ma lo avevamo detto da subito. Noi ci saremmo contati sul voto di lista”.
Uscita dall’Udc Fosca Tasciotti ha deciso di appoggiare Marini. Nel partito non avrebbe potuto. “Il segretario regionale conclude ha solo detto che non si fanno accordi ufficiali. Ma a titolo personale ognuno fa quello che crede. Anche a Roma alcuni dell’Udc sostengono Alemanno, altri Rutelli.
Ciascuno secondo scienza”.