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Santucci
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- Gescom Viterbo Fiera di Roma Pomezia 61-71
parziali 19-11 25-35 45-45
Gescom: Danzi (0/2), Kouznetsova (0/2 da tre), Santucci 9 (2/5,1/4), Brunelli ne, Smith 14 (3/8,0/1), Maslowski 21 (8/13,0/1), Limoura 7 (1/5,1/4), Siccardi 8 (4/6), Gorla 2 (1/1,0/6), Crepaldi. All. Agresti
Pomezia: Di Battista 15 (3/7,2/6), Servillo ne, Hodges 13 (3/7,1/6), Cinili 5 (2/2), Mendes Da Silva, Scimitani 4 (2/3), Machanguana 16 (6/14,0/1), Lichnerova 7 (2/2,1/2), Beljanski 3 (0/4,1/1), Gattini 8 (4/9,0/1). All. Incecchi
Arbitri: Ceratto di Castellazzo Bormida (AL) e Canestrelli di Genova
Note: Tiri liberi Gescom 17/24, Pomezia 12/19. Rimbalzi Gescom 46 (Smith 11), Pomezia 35 (Machanguana 13). Parziali 5’ (11-2), 10’ (19-11), 15’ (19-22), 20’ (25-34), 25’ (33-40), 30’ (45-45), 35’ (54-57). Uscite per 5 falli Scimitani (Pomezia) e Maslowski (Gescom)
La Fiera di Roma Pomezia espugna il PalaMalè in gara 3 e rimane in A1 mentre la Gescom è costretta a salutare il massimo campionato proprio di fronte ai suoi tifosi.
Le gialloblù hanno iniziato bene l’incontro, con i punti di Maslowski e una difesa attenta e concentrata, salendo fino al +12 (18-6). Le ospiti hanno reagito sul finire della prima frazione con una tripla di Di Battista, dando il via ad un parziale terribile di 1-21 che le ha lanciate fino al +9 (20-29). Un altro canestro pesante di Di Battista ha propiziato il 21-32 ma la Gescom è rimasta attaccata al match con Maslowski, autrice di 14 punti a metà gara.
Nel terzo parziale la riscossa delle gialloblù, con la zona 3-2 e con i canestri delle due americane, di Siccardi e Santucci, fondamentali per ricucire lo strappo operato da Pomezia e portare le due squadre all’ultimo intervallo sul punteggio di perfetta parità a quota 45.
Una tripla di Santucci ha portato la Gescom sul 52-50, ma è stato l’ultimo vantaggio delle viterbesi che hanno subito un break di 5-15 da una scatenata Di Battista. Nemmeno il ricorso al fallo sistematico è servito a riaprire la contesa, Pomezia ha segnato i liberi con precisione e per la Gescom non c’è stato nulla da fare per evitare la sconfitta.