Riceviamo e pubblichiamo - 63 anni ci separano ormai dal 25 aprile 1945, giornata storica della liberazione dal nazifascismo, e se il tempo inesorabilmente assottiglia il numero dei protagonisti di quei terribili anni, non ne cancella comunque la memoria.
La lotta per rendere indipendente la nostra patria fu durissima; la devastazione morale e materiale del nostro Paese raggiunse l’apice dal ’43 al ‘45, ma gli Italiani dimostrarono una eccezionale volontà di sopravvivenza.
Il 25 aprile è la festa di tutti gli Italiani e affinché sia veramente tale, è importante dare il giusto posto a tutte le componenti che contribuirono a liberare l’Italia.
Essenziale e determinante fu l’apporto dei partigiani sostenuti dal popolo, ma altrettanto significativo e importante fu il contributo dei militari chiamati dopo l’armistizio dell’8 settembre, degli ufficiali, dei soldati che si unirono ai partigiani rafforzandoli nel combattimento e delle nuove forze armate confluite nel Corpo Italiano di Liberazione.
Sono passati ormai molti anni e credo che oggi sia possibile fare delle riflessioni senza essere tacciati di essere di parte o dalla parte sbagliata.
Penso sia importante e doveroso sottolineare che oltre alla lotta armata ci fu anche una resistenza passiva fatta da tutti quei moderati, di cui non si è mai parlato, definiti successivamente la pancia del Paese.
Questa moltitudine antifascista ed anticomunista, tuttora presente nella nostra società, della piccola e media borghesia quali impiegati, insegnanti, professionisti, magistrati, imprenditori ed infine una parte consistente della classe operaia, forte del suo senso delle istituzioni, non si schierò né da una parte né dall’altra favorendo il processo di conciliazione tra vincitori e vinti , sbarrando la strada a coloro che per acquisire il potere fomentavano la guerra civile.
La lotta armata dei partigiani nei Comitati di Liberazione, i militari del Corpo Italiano di Liberazione e successivamente la resistenza passiva dei moderati, con la loro dedizione hanno restituito dignità al nostro Paese sconfitto da una guerra inutile e dannosa e sono il nostro patrimonio genetico, che oggi costituisce l’ossatura della democrazia e dell’identità nazionale che va al di là delle contrapposizioni politiche.
Credo che il 25 aprile sia stato uno storico punto di arrivo, ma anche e soprattutto un punto di partenza in quanto si creò la premessa essenziale per la costruzione di una nuova Italia democratica; per questo noi abbiamo il dovere di rendere viva la memoria di quei momenti che dovranno essere un monito per tutti coloro che ancora oggi cercano di far rivivere divisioni ideologiche anacronistiche ed utilitaristiche.
Commemorare il giorno della Liberazione come i caduti delle guerre e la nascita della Repubblica oltre che giorni di festa graditi, ci ricordano l’inizio di una stagione di pace e di libertà per tutti noi e per le nostre famiglie, che abbiamo il dovere di tutelare per le future generazioni.
Vi ringrazio ed auguro a voi tutti ed alle vostre famiglie un buon 25 aprile
Francesco Urbanetti
Vicesindaco di Civita Castellana