Riceviamo e pubblichiamo - Come ogni anno l’Italia si ritrova il 25 aprile a festeggiare una ricorrenza che diventa sempre più inutile ricordare.
E oltre che inutile, anche dannosa! Fosse solo per lo spreco di denaro pubblico per festeggiare e ricordare questa data, con le ormai consuete sfilate e parate di associazioni partigiane e combattentistiche!
Occorre dire basta a questa ricorrenza, a questa festa nazionale!
Se qualcuno, qualche parte politica, qualche associazione partigiana, o qualche sigolo ha qualcosa da festeggiare lo facesse in privato e con i propri denari, e non con quelli della collettività.
Occorre chiudere finalmente la stagione dell'odio per poter rimuovere un falso storico: l'Italia non è stata liberata dalla ‘resistenza’ ma ha prima ceduto le armi agli angloamericani poi, nello sbando completo dell'armistizio, ha lasciato che ognuno decidesse per sé, infine è stata ‘liberata e rioccupata’ appunto dagli angloamericani”.
Basta chiedere ai più anziani, cosa hanno fatto dopo l'armistizio.
In tutto il centro sud, a parte le eccezioni di chi si è arruolato nella Rsi per difendere l'onore d'Italia e di quei pochi che hanno scelto la resistenza, gli altri si sono tutti arrangiati.
Nel resto della Nazione non c’è stata contrapposizione di eserciti, ma c’è stata solo una crudele pagina di guerra civile combattuta con atti terroristici e un doloroso e criminale strascico postbellico.
Non c’è dunque niente da festeggiare, il 25 aprile per questa tragica e francamente poco edificante pagina della nostra storia.
Speriamo che si finisca di spendere denaro pubblico per questa celebrazione che è superflua oltre che anacronistica, e ricorda la data di una sconfitta, militare innanzitutto, e che appunto coincise con l’inizio di un’altra invasione, quella angloamericana, che ancora adesso sopportiamo e subiamo!
Occorre arrivare finalmente al momento di una memoria, se non condivisa, almeno accettata che ponga finalmente sotto i riflettori - dopo i libri di Pansa e decenni prima di lui grazie alla penna libera di Giorgio Pisanò - tutte le violenze compiute in quel periodo dai ‘liberatori-partigiani’, che nel tempo hanno costruito l’epopea di una resistenza che non c’è stata.
Giovanni Demarco
Movimento sociale - Famma tricolore
federazione di Vterbo