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Riceviamo e pubblichiamo - Il trasferimento dei voli “low cost” da Ciampino ad Viterbo non è gradito a Ryanair che minaccia di lasciare la Capitale; così ha ribadito il capo della comunicazione della compagnia irlandese Peter Sherrad nel corso dell’ultima puntata di Report in onda domenica scorsa su RAI 3.
Sia a Ryanair, che alla nota trasmissione della Rai, è però sfuggito un particolare non di poco conto: la settimana passata il Consiglio di Stato accogliendo le motivazioni dell’Ente Nazionale Aviazione Civile, ha confermato la riduzione del 30% dei voli su Ciampino, quasi tutti appartenenti alla nota compagnia di Dublino.
Una vittoria per l’Enac ma soprattutto per Viterbo, nonché il primo importante passo del trend che nel giro di poco tempo segnerà per sempre le sorti aeroportuali di Ciampino.
Peter Sherrard ha anche fatto finta di non sapere ciò che avviene in tutta Europa in cui convivono due modelli di business aeroportuali: aeroporti principali per i “full service carrier” quali Alitalia e aeroporti più periferici per i vettori “low cost”, così come già avviene a Parigi, Bruxelles, Londra, Barcellona, Francoforte, Stoccolma, Amburgo e molte altre città.
Quest’ultimi sono i cosiddetti “scali di prossimità”, e distano tutti dai 70 ai 120 chilometri dalle città di riferimento e ospitano, in genere, le compagnie “low cost”, quelle che offrono prezzi ridotti a fronte di economie di gestione aziendale, prima tra tutte la scelta dell’aeroporto di riferimento che consente di pagare ridotte tasse aeroportuali e ottenere bassi costi di esercizio.
Ryanair, con i suoi quasi 30 milioni di passeggeri trasportati rappresenta il colosso numero uno della suddetta categoria.
Con queste premesse appare normale che Ryanair non se ne voglia andare da Ciampino che a differenza di tutti gli aeroporti europei, dove la stessa fa scalo, si trova a pochi minuti dalla Capitale. Chi mai lascerebbe un privilegio simile con costi di gestione da scalo di prossimità? Alternative. Fiumicino, neanche a parlarne, costa troppo e non va giù ad Alitalia.
A nostro giudizio la cosa non deve ci deve preoccupare, anzi al contrario risulterebbe assai positiva per la realizzazione dello scalo viterbese.
Infatti è divenuta ormai indilazionabile la questione “Ciampino” che risulta inadeguato a fronteggiare il trend di sviluppo e crescita del volume passeggeri, oltre ad essere divenuto un vero e proprio incubo per i residenti dell’omonimo Comune, costretti a fare i conti con rumore ed inquinamento.
A questo punto, Ryanair dovrà scegliere se andarsene per sempre dalla capitale, lasciando un sesto del suo fatturato globale in mano della concorrenza, (Easyjet, Virgin, Germanwings, Transavia, Hapag Lloyd, Thomsonfly, Myair e molte altre) che non aspetta altro, ovvero ripiegare sul realizzando terzo scalo laziale, che sarebbe, tra l’altro, in perfetta linea con tutti gli scali europei utilizzati dalla compagnia di Dublino.
In conclusione riteniamo che oggi Ryanair, minaccia cha lascerà i suoi affari romani, ma domani, senza Ciampino, non potrà fare a meno di venire a Viterbo, pena la sopraffazione da parte dei concorrenti.
Giovanni Bartoletti