Riceviamo e pubblichiamo - “Basta con la strumentalizzazione politica della lotta alla riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord. Basta con coloro che ora gridano di essere contro l’utilizzo del combustibile fossile. Siamo stati tirati in ballo troppe volte e a sproposito. Non volevamo arrivare a tanto; tuttavia è giusto che i cittadini sappiano la verità su alcuni strenui difensori dell’ambiente dell’ultima ora”.
Non usa mezzi termini il sindaco Mauro Mazzola nel mettere con le spalle al muro i presunti responsabili del via libera alla riconversione di Tvn.
“Il 19 dicembre del 2002, infatti, - afferma - si svolse a Roma la riunione indetta dal sottosegretario alle attività produttive (governo Berlusconi) Mario Valducci, a cui parteciparono l’Enel, la regione Lazio, la provincia di Roma, i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa e Tarquinia rappresentata dall’allora consigliere di maggioranza Cristiano Minniti.
L’oggetto dell’incontro fu molto semplice: l’esame del protocollo d’intesa sul progetto dell’Enel produzione di trasformazione a carbone di Tvn. Era in quel momento che si dovevano organizzare manifestazioni contro la riconversione, in quanto si era ancora in tempo per fermarla. Invece, il protocollo sarebbe stato firmato da Cristiano Minniti.
E allora, se ciò fosse vero, perché non ci spiega questa cosa, oggi che, insieme con altri consiglieri, ha presentato la mozione per la convocazione di un consiglio comunale, in cui al punto tre si legge: “di dare mandato al sindaco affinché dia incarico ad un pool di avvocati competenti nelle materie coinvolte nei fatti di cui alla presente delibera, affinché accertino le eventuali responsabilità di qualsiasi tipo e genere e a chiunque imputabili, relativamente ad adozioni di provvedimenti amministrativi, atti autoritativi o di diritto comune che in ogni modo abbiano consentito all’Enel la trasformazione a carbone della centrale elettrica di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia e quindi, di operare sul territorio in contrasto con l’attuale legislazione italiana e europea, anche in materia di emissioni inquinanti e nocive per l’ambiente e la salute”.
Il protocollo d’intesa firmato nel 2002 dava atto, tra le altre cose, che la via sulla trasformazione della centrale era in fase conclusiva e prevedeva che, in sede di conferenza dei servizi, ai fini dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio, la Regione Lazio, amministrata dalla giunta Storace, doveva esprimere l’intesa prevista dalla legge numero 55 del 2002 e che gli enti si dovevano esprimere successivamente su due aspetti fondamentali.
Il primo che la trasformazione a carbone dell’impianto di TVN era coerente con il piano energetico della Regione, la quale peraltro non prevedeva altri insediamenti energetici nei territori interessati.
Il secondo che l’Enel riconosceva la necessità d’individuare forme di compensazione per l’uso del territorio durante le fasi costruzione e avviamento degli impianti, tese anche a valorizzare il progresso economico dell’area; che era altresì interesse della regione Lazio, dei comuni del comprensorio di Civitavecchia e dell’Enel di avviare un proficuo rapporto di collaborazione connesso alla realizzazione del progetto della centrale di TVN.
“In altre parole chiosa il primo cittadino Minniti e l’amministrazione Giulivi hanno dato parere positivo alla riconversione dell’impianto di Civitavecchia.
E sottolineo con forza come già si parlava di compensazione, una cosa ben diversa dalla strada che l’attuale amministrazione sta seguendo, e come il centro destra, che ora cavalca la lotta contro l’uso del combustibile fossile, è lo stesso centro destra che nel 2002, a tutti i livelli, dal governo, alla regione, alla provincia e al comune di Tarquinia, ha detto sì al carbone”.
Amministrazione comunale