- Gabbianelli si è dimesso perché non sarebbe riuscito a chiudere il bilancio.
A dare una lettura diversa da quella proposta dal sindaco uscente è Aldo Fabbrini, che ha concluso, sintetizzando, la conferenza stampa convocata nel pomeriggio da Ugo Sposetti per fare i conti all’amministrazione uscente, partendo dal buco delle società comunali, in particolare in Cev.
“Nel bilancio di previsione 2007 ricorda il candidato sindaco Pd è riportato un milione e 400mila euro per l’aumento del capitale delle società, cifra che rappresenta il 75% della voragine societaria”.
In pratica: “Hanno aiutato le società spiega Sposetti a non portare i libri in tribunale”.
L’aumento di capitale avrebbe dovuto passare per il consiglio comunale, ma è stato deciso con una delibera di giunta, per questo ha avuto il parere negativo del segretario comunale. Ed è stato inserito alla voce “investimenti” essendo la somma ricavata dalla rinegoziazione di mutui. “Operazione che nei prossimi anni costerà cara”.
Ma l’arrivo del commissario ha cambiato le carte in tavola. “Nell’approvare il bilancio spiega Sposetti la somma è stata giustamente inserita nelle spese correnti”.
Diversamente da come aveva fatto l’amministrazione Gabbianelli. “E’ stata una spericolatezza contabile osserva perché contenendo la spesa corrente, si riusciva a rimanere dentro il patto di stabilità, distraendo l’attenzione da equilibri economici precari”.
E per ripianare le perdite, il commissario ha dovuto tagliare pesantemente i costi.
“Dalle collaborazioni elenca Sposetti alle segreterie politiche, non incrementando il fondo garanzia Tarsu, ma anche annullare il contributo al Sodalizio Facchini S. Rosa per 40mila euro e all’università per 100mila euro”.
E’ stato costretto. “Quattrocentomila euro prosegue sono stati risparmiati cancellando la figura del direttore generale e del suo staff, stabilendo di fatto che per tutto il 2008 non sarà possibile nominarne un altro, se non attraverso un emendamento di bilancio con cui reperire la somma necessaria”.
La conclusione di Sposetti è che un bilancio redatto in questo modo è un giudizio politico sulla gestione della cosa pubblica. Ovviamente negativo.
“I tagli del commissario si sono resi necessari per far fronte alla gestione negativa e le disponibilità del Comune si sono ridotte notevolmente”.
Il che porta alla considerazione di Aldo Fabbrini. Tanti e tali tagli, il sindaco uscente non avrebbe potuto metterli in atto. Da qui le dimissioni.
E se dovesse essere eletto, sulle società, quali i provvedimenti di Sposetti? “Incaricherò una società di consulenza esterna per fotografare i conti delle due società e quindi deciderò”.
E a Marini manda a dire: “Nel programma di quello che pensa di vincere non c’è una parola sulla situazione pregressa. Un consiglio. Lo integri con le decisioni del commissario”.
Ma a Viterbo è tempo di cambiare. “Votando in altro modo”.
Intanto, c’è il tempo di commentare, sollecitato da un giornalista, la lettera inviata da Gabbianelli ai viterbesi. In cui non si fa minimamente accenno al candidato sindaco Giulio Marini.
“Perché conclude Sposetti non considera altri sindaci al di fuori di se stesso. Si sente sindaco e spera di continuare a farlo. Ci vuole tempo prima di uscire dal ruolo, ma io spero che dal 14 cominci a farsene una ragione”.