Riceviamo e pubblichiamo - Si avvisano i signori passeggeri delle prossime amministrative del Comune di Viterbo che bisogna slacciare le cinture di sicurezza e ribellarsi.
Proprio come hanno fatto i lavoratori della Francigena, vittime dell’ennesimo strappo alla trasparenza verso la cosa pubblica. Gente tenuta all’oscuro di tutto, come costume di questo bislacco paese delle mille maschere dei soliti noti.
Le municipalizzate, le mense, i bilanci da brividi… ma cosa serve ancora per ribaltare il tavolo?
Capiamo che la debolezza è diffusa. Soprattutto quella di stomaco.
Probabilmente l’alto tasso di promesse ha reso deboli le ginocchia di molti, ma con un buon Cordiale tutto passa. Oppure no? È solo uno scompenso per la delirante assenza di contenuti, la risibile grancassa dei buoni propositi, ancora e sempre.
A Roma non mancano, su molti manifesti elettorali abusivi e non, adesivi sarcastici che rompono il sorriso plastificato di turno con su scritto: “ma fino ad ora ‘ndo stavate?”. Ci sarebbe da ridere, ma non ci riusciamo. Noi no…
Ma i partiti si superano, sempre. Si, insomma, i partiti non si negano al pubblico.
Non importa che abbiano trasversalmente battezzato il recente indulto (che ha scagionato azzeccagarbugli e furbetti del quartierino, oltre ad una buona dose di delinquenti d’altra natura), che abbiano messo in ginocchio il Paese (in caduta libera stipendi, potere d’acquisto, tasso di occupazione stabile) che abbiano dilapidato patrimoni decennali pagati con i soldi delle tasse dei nostri padri e dei nostri nonni (Telecom, Autostrade, Alitalia, ecc.), che abbiano fatto spallucce al referendum sul finanziamento pubblico dei partiti (e su questo qualcuno coinvolto in queste elezioni amministrative ne sa molto), che continuino ad adottare una farcita filosofia di clientele locali e nazionali. Ma no, chi se ne frega! Hanno scherzato…
Quassù in quota si respira un’aria incredibile. Quasi ubriacante. Tanto ormai abbiamo l’aeroporto…
Noi ora pretendiamo. Altro che. Basta con i nasi finti e le buste regalo. Basta con la parola “cambiamento”, visto che l’unico vero cambiamento sarebbe non vedere più certe facce di bronzo.
Basta con la storia del “faremo”, visto che i signori partiti hanno avuto 60 anni per deridere generazioni intere. Basta con le strette di mano e i cambi di residenza lampo. Vergogna.
Reset. Rinascimento. Riprendiamoci Viterbo!
Giuseppe Anelli candidato sindaco lista civica Amici di Beppe Grillo