Riceviamo e pubblichiamo - Egregio direttore,
non è mio costume rispondere alle provocazioni e calarmi nella polemica sterile e alimentata dalla voglia di disinformazione che sostiene spesso le campagne elettorali.
Mi sembra doveroso, però, in una logica di trasparente e corretta informazione, fare chiarezza sulle dichiarazioni completamente prive di fondamento esternate dal candidato a sindaco del Pd, e rilasciate, credo, per cattiva informazione e non certo per incompetenza.
Il contestato milione e quattrocentomila euro deliberato dalla giunta in favore della società Cev non è certo stato un atto arbitrario della stessa, come riportato nell’articolo apparso di recente sulla stampa locale, ma la conseguente esecuzione di una precedente delibera di Consiglio Comunale.
Il Consiglio Comunale, infatti, aveva inserito tale somma nel bilancio di previsione del 2007 a finanziamento del piano industriale presentato dalla stessa società.
La somma copriva solo il 75% della richiesta perché era intenzione dell’amministrazione intervenire con fermezza mediante un piano organico di ristrutturazione delle società comunali.
Tale finanziamento veniva, pertanto, correttamente iscritto al titolo 2° del bilancio, come “acconto futuro aumento di capitale”, con il parere favorevole sia del collegio dei revisori che del dirigente proponente.
Va sottolineato che tali somme derivavano dai fondi propri dell’ente, per precisione dai proventi delle opere d'urbanizzazione e non dalle risorse recuperate dalla rinegoziazione del debito, come erroneamente sostenuto.
E’ chiara, ovviamente, la malafede nel voler attaccare un’operazione, quella della rinegoziazione attuata dal Comune di Viterbo, citato come modello di gestione virtuosa persino dal massimo giornale economico italiano.
A novembre dello stesso anno, poi, in sede di assestamento di bilancio, viste le previsioni di chiusura in disavanzo da parte della società Cev, si è provveduto a stanziare le somme necessarie iscrivendole, questa volta, ovviamente, al titolo 1° come “ripianamento perdite”.
Per ultimo, va inoltre sottolineato che la valutazione del rispetto del patto di stabilità di un ente locale, è cosa nota, viene effettuato dal calcolo complessivo che riguarda sia il titolo 1° che il titolo 2° della spesa.
Affermazioni così superficialmente ed ingenuamente date alla stampa preoccupano non poco, se a produrle è l’esperto gestore di una struttura rodata e ben avvezza a far quadrare opportunamente i bilanci e a ripianare perdite di ben altro spessore.
E’ forse questo il primo passo per legittimare aumenti di imposte, tasse e balzelli come primo atto di governo, che una sinistra è avvezza a compiere ad ogni sua presa di potere?
L’interrogativo nasce spontaneo, non vogliamo correre questo rischio.
Marco Maria Bracaglia
Assessore uscente Comune di Viterbo