- Behind the door di Gabriella Cerritelli, in scena al Teatro Rivellino di Tuscania sabato 12 aprile alle 21 , è un viaggio sensoriale e visivo che ha inizio nell'oscurità e attraversa luoghi e spazi caotici della mente e del cuore. Le immagini video tracciano la storia, sono i contenitori nei quali addentrarsi, i portali.
Le elaborazioni video consentono di entrare nella tela e, come pittura in espansione, conducono lo spettatore a una percezione che va oltre l’oggetto rappresentato. Il corpo entra in relazione con questi spazi visivi e inventa la sua danza, il gesto vivo e irripetibile, creando una nuova visione del presente.
"Attraverso il video e i corpi in movimento - sottolinea la coreografa - viene messo in scena un mondo frammentato, stratificato, dove i diversi livelli di percezione della realtà stanno in continuo movimento e dove il passato, il presente e il futuro si sovrappongono con intensità e leggerezza al tempo stesso".
Behind the door chiude la proposta di spettacoli di Tuscania in ballo (marzo-maggio 2008), un programma che si completa con laboratori ed incontri realizzato, in collaborazione con la Provincia di Viterbo ed il Comune di Tuscania, nell’ambito di Spazi per la danza contemporanea, il progetto nazionale dedicato alla nuova creatività nel settore danza, promosso dalla Regione Lazio, insieme alla Regione Piemonte e alla Regione Campania, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a cura dall’Ente Teatrale Italiano.
Veronese di nascita, Gabriella Cerritelli vive e lavora a Torino. Danzatrice, coreografa, performer, insegnante di danza di espressione africana e improvvisazione, si è formata grazie all'incontro con maestri provenienti da diverse discipline, dal mimo alla clownerie e al tai-chi.
Partendo dal teatro fisico e dalla danza africana, della quale coglie in particolare l'aspetto rituale e creativo, la sua ricerca espressiva vede il corpo come punto di incontro tra forze differenti, ne analizza la postura, gli impulsi, i movimenti di base, nonché il tipo di relazione che intercorre tra danzatore e musicista.
Ne scaturisce una personale ricerca sull'improvvisazione intesa come abbandono consapevole, frutto di un percorso di ascolto, introspezione e relazione che tende a confluire in una danza il più possibile slegata da stereotipi e moduli già codificati. Ha collaborato, nel corso degli anni, con musicisti, scultori, fotografi, videoartisti.