- Oltre 400 metri cubi di acque contenenti scarichi industriali, residui di smalti ceramici, zinco, piombo ed altri metalli ad alto impatto inquinante, tracimano dal depuratore dell'area industriale di Prataroni, a Civita Castellana, nel torrente Brunnaro.
Il Brunnaro si getta el Treia e quindi nel Tevere.
Il depuratore è stato chiuso per morosità.
Le aziende ceramiche che usavano l'impianto, riunite in consorzio, sono, infatti, in ritardo di anni con i pagamenti delle quote.
A rendere pubblica la situazione il presidente dimissionario del consorzio Prataroni, Gianni Calisti, che ha anche annunciato l'arrivo di un avviso di garanzia dalla procura della Repubblica di Viterbo, che da tempo ha aperto un'inchiesta sulla gestione del depuratore.
Sul registro degli indagati sono state iscritte diverse persone, tra i quali alcuni amministratori.
La 'bomba ecologica', come l'ha definita Calisti, è esplosa un paio di giorni fa.
"Non si riesce più a contenere i liquami che in poche ore hanno tracimato - ha affermato Calisti - . Nei giorni scorsi ho comunicato a Comune, Arpa, Provincia, Regione Lazio, forze dell'ordine e magistratura che il depuratore è fermo e che ha iniziato a tracimare.
La chiusura è stata resa obbligatoria dal grave dissesto finanziario in cui versa il consorzio, quindi le ditte fornitrici dei materiali di depurazione non consegnano più i prodotti. Deve essere chiaro che davanti alla magistratura ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità".
Il depuratore è stato riconsegnato al Comune che con due ordinanze, ha vietato lo scarico alle imprese e ha incaricato la Talete di occuparsene.