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Viterbo - Ieri convegno con il segretario dell'associazione Sergio Silvestrini
Cna:"Serve fiducia e capacità di aprirsi al nuovo"
Viterbo - 11 dicembre 2008 - ore 16,25

- “E’ la fiducia l’elemento cardine di un progetto di sviluppo da riarticolare su frontiere nuove. Per andare oltre la crisi attuale, non basta una cura shock, se tutti non ci rimbocchiamo le maniche, tornando ai fondamentali: senso della responsabilità e del dovere, rispetto degli altri, sobrietà, meritocrazia”.

Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, ha concluso, ieri pomeriggio, a Viterbo, nella sala delle conferenze della Camera di commercio, il convegno organizzato dall’associazione Provinciale sulle strategie anticrisi, ponendo l’accento sul fatto che il paese è arrivato a un punto di rottura con il passato e, per affrontare una sfida che in Italia si presenta più complessa e difficile che nel resto d’Europa, “dobbiamo aprire le nostre menti ed essere esigenti, con l’ambizione di tornare ad assumere nel mondo il ruolo che ci veniva riconosciuto nel Rinascimento”.

Parole in perfetta sintonia con quelle pronunciate dai relatori: Adalberto Meschini, segretario provinciale della Cna, Giuseppe Capuano, responsabile dell’Area studi e ricerche dell’istituto Guglielmo Tagliacarne, e Giuseppe Garofalo, docente di economia politica presso l’Università degli Studi della Tuscia, e dal coordinatore dei lavori, Enio Gentili, presidente provinciale.

Insomma, se le piccole imprese, in tempi di crisi, sono tornate di moda, perché, mentre imperversava la bufera finanziaria, l’economia reale ha continuato a rischiare e a produrre ricchezza, i valori distintivi di questo sistema vitale - il lavoro, la solidità, la coesione sociale, l’essenzialità - devono diventare una grande risorsa per far ripartire lo sviluppo su basi del tutto nuove.

“Sta a noi progettare il futuro - ha sottolineato Silvestrini - ma perché si generi fiducia, al mondo della piccola impresa devono arrivare segnali chiari e forti. A partire dall’Europa, che ha il compito di cogliere l’opportunità del momento non solo per evitare che la slavina diventi valanga, ma per un riposizionamento strategico a livello mondiale per un secolo europeo.

L’Europa, però, fatica, così come l’Italia non sta mettendo benzina nel motore. E per giunta ha compiuto un errore “madornale” - così lo ha definito Silvestrini -, depotenziando il bonus per la riqualificazione energetica degli edifici, ovvero un provvedimento che ha avuto la funzione di moltiplicatore degli investimenti delle microimprese.

C’è dunque il rischio che crescano l’attesa e l’arroccamento, di pari passo con l’accentuarsi di una crisi che registra una diminuzione dei consumi, un calo preoccupante del fatturato delle imprese, l’aumento di difficoltà nell’accesso al credito e, cosa che non era mai accaduta, l’unione della fase recessiva con la mancanza di liquidità".

Una situazione pesante, che non risparmia la Tuscia, "dove c’è un modello di sviluppo che tiene" come ha spiegato Capuano, il quale ha però fornito tre dati dell’economia locale da mettere rigorosamente in equilibrio: nella nostra provincia, opera il 95% delle imprese laziali, che producono il 3,8 del Pil regionale e partecipano per il 2,4 all’export.

Una spinta all’economia, soprattutto una iniezione di fiducia, può venire, per esempio, dall’apertura immediata di cantieri per microappalti (si pensi a quanto c’è da fare per la messa in sicurezza delle scuole), da scelte serie a sostegno dei consumi delle famiglie. E da misure efficaci sul versante del credito.

“Puntando sul potenziamento dei Confidi, principale strumento di intermediazione tra banca e impresa, che devono poter garantire almeno il 70 per cento dei finanziamenti, anziché il 40 o 50 per cento”, ha evidenziato Meschini, che ha poi puntato il dito contro i tempi troppo lunghi di riscossione, causa del fallimento di una azienda su quattro e della crisi di liquidità.

Anche per il segretario provinciale della Cna, la fiducia sarà determinante perché possa esprimersi al meglio la capacità di innovazione e di apertura al nuovo dell’imprenditoria diffusa.

“La promozione della fiducia deve essere unita alla valorizzazione del capitale sociale, ancora riferito, prevalentemente, nella Tuscia, alla rete di relazioni con familiari, amici e conoscenti”, è il parere di Garofalo.

Il docente universitario ha indicato alcune strade da percorrere per reagire: dare valore al capitale umano; attivare relazioni di filiera e reti tra imprese, per superare i limiti dimensionali, risparmiare sui costi e adattare i prodotti alle esigenze del mercato; porre maggiore attenzione ai rapporti tra impresa e soggetti esterni, compresi i consumatori; “aprire” i territori; attivare la voglia di intrapresa, i cosiddetti animal spirits.

Chiusi i lavori del convegno, il confronto prosegue, anzi si allarga.

Erano presenti al convegno, che ha visto una ampia partecipazione di imprenditori, Ferindo Palombella, presidente della Camera di commercio, con il segretario generale, Franco Rosati, Alessandro Mazzoli, presidente della Provincia, Giovanni Arena, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Viterbo, il presidente della Cna del Lazio, Antonio Zanganella, il presidente della Cra e della Cpa, Luigi Cola, rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, di numerosi istituti di credito e degli Ordini professionali.

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