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Viterbo - Interviene Antonio Leone, docente dell'Università della Tuscia
"Arcionello, non possiamo limitarci a recintare"
Viterbo - 11 dicembre 2008 - ore 17,30

Riceviamo e pubblichiamo - Ho seguito l'affaire Arcionello, anche per l'ovvio interesse che la vicenda suscita nel sottoscritto, docente di Assetto del Territorio dell'Università della Tuscia.

A parte i sottintesi da "addetti ai lavori", dei quali non ho capito nulla (ma poco importa) voglio segnalare un mio parere prettamente tecnico-scientifico.

Mi sembra di capire che la questione è: lottizzazione Pian di Ceciole sì/lottizzazione Pian di Ceciole no, in altre parole: Guelfi/Ghibellini; Montecchi/Capuleti ecc. ecc.
Niente di nuovo, anzi tutto vecchissimo.

Vecchio è pure l'approccio all'istituenda (?) area protetta che i vari attori mostrano. Approccio vecchio perché risale agli albori dell'istituzione delle aree protette, quando era necessario (allora giustamente) recintare per salvare il salvabile.

Il mondo nel frattempo è andato avanti ed oggi la grande sfida è quella della sostenibilità degli interventi e della relativa gestione. Limitarsi alla logica della recinzione/vincolo è deleterio, oggi che siamo al 12% del territorio protetto, a cui si devono aggiungere le aree d'interesse europeo.

Se non impareremo a gestire ed a fare sperimentazione su questo immenso territorio e ci limiteremo a recintare avremo generato solo lacci e laccioli e la perenne, italica infrazione delle regole.

Ergo, la mia provocazione, che non è una provocazione, ma una sfida scientifica alla modernità in questo campo: mettiamo tutto in un unico studio (che poi è il piano di assetto), con la lottizzazione Pian di Ceciole nel parco, che vi si integra attraverso la bella architettura, che usa il verde e risparmia le risorse (acqua, clima, energia) e quelle che consuma le attinge anche dal dialogo con l'area protetta.

Altrimenti che facciamo? La teniamo fuori? Così guardiamo dall'altra parte e siamo liberi di fare una robetta qualunque in campo edilizio, ma abbiamo il cuore in pace perché abbiamo fatto il parco, per altro ai confini con la robetta. Ma, poi, come la mettiamo con l'area contigua ex lege 29/1997?

Antonio Leone

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