Riceviamo e pubblichiamo - Alla fine ci sono riusciti.

Non in virtù di un’avveduta strategia finalizzata a migliorare e qualificare l’organizzazione turistica laziale, ma per il piacere masochistico di distruggere un sistema collaudato e sostituirlo con il nulla.

Le sei Apt del Lazio, come si ricorderà, vennero abolite oltre un anno fa, con legge regionale 13/2007, ma di fatto non sono state mai sciolte, tanto che le operazioni di trasferimento di risorse e personale alle rispettive province (avrebbero dovuto concludersi entro il febbraio 2008) sono ancora in alto mare.

Ne consegue che i fondi regionali sono stati azzerati, che nessuno si occupa più di promozione turistica (tolta Roma) e di presenza sul territorio e che il personale delle Apt, demotivato e privo di funzioni, corre il rischio di non riscuotere più nemmeno gli stipendi.

Tutto questo in virtù di una riforma che avrebbe dovuto imprimere al sistema turistico regionale chissà quali ritmi di sviluppo e che invece ha solamente distrutto quello che di buono si era costruito in tanti anni di lavoro.

Purtroppo la situazione del Lazio è comune alle altre regioni d’Italia e il turismo, com’è sotto gli occhi di tutti, sta pagando a caro prezzo la mancanza di una politica di livello nazionale.

Vincenzo Ceniti
Unionturismo