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Viterbo - Parroncini (Pd): "Con la riserva naturale anche nuovi posti di lavoro"
Per fortuna che l'Arcionello c'è
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 12 dicembre 2008 - ore 16,30

- Arcionello, una riserva…senza riserve.

Passato in Regione, il parco è realtà e per Giuseppe Parroncini (Pd) “arcionelliano” della prima ora, è il momento di tirare le somme. In conferenza stampa.

“E’ stato un momento forte di partecipazione – ricorda – riuscendo a valorizzare un’area della città importante”. Il verde che avanza, fa segnare un’inversione di tendenza, secondo Parroncini. “Contro un modo di fare – spiega – che permette di continuare a cementificare Viterbo in piccoli fazzoletti. Allora ecco che spunta la Volpara, rovinando una bell’area agricola, oppure la Tuscanese. Mentre il Poggino sta nelle condizioni che tutti conosciamo. Ma allora non sarebbe stato meglio occupare spazi liberi nella zona industriale, valorizzandola?”.

Per fortuna che l’Arcionello c’è. “Rivendico – osserva – rispetto alle polemiche di questi giorni, una mia coerenza sulla vicenda. Dal 2003 avevo presentato una proposta di legge. Che non è stata discussa. Riproposta nel 2006, poi è arrivata quella di Gigli e quindi la definitiva dell’assessore, che ha raccolto le istanze pervenute”. Non quelle del Comune. “Se qualcuno aveva da obiettare sulla perimetrazione – spiega – bastava che un consigliere di minoranza presentasse un emendamento. Eppure non è stato fatto”.

Adesso l’Arcionello è realtà ed entra a far parte delle riserve regionali, con gestione provinciale. Per ora con un fondo cassa di 50mila euro. “Ma non sarà una scatola vuota – dice Parroncini – avrà finanziamenti annuali”. E sono pur sempre una certa somma, per Antonello Ricci. “Si può fare molto – spiega – 50mila euro bastano e avanzano”.

E poi un “grazie Peppe” (Parroncini). “Per essere stato – spiega – fin dal primo giorno con noi, fin dalla prima passeggiata. Finalmente un politico con le scarpe adeguate”.

Quindi, grazie Peppe, ma anche grazie Rodolfo (Gigli). Per avere fatto la sua parte in Regione. “Dando a Viterbo – dice Giulia Arcangeli – un’opportunità enorme. Una vicenda che parte dal 2003. Dai piani intergrati, nel tempo dimagriti”. Fino a scomparire.

Se la storia recente dell’Arcionello inizia otto anni fa, c’è chi si ricorda altro. E più indietro nel tempo. “Era assessore Marcoaldi – ricorda Pieranna Falasca – una quindicina d’anni fa, quando spuntò fuori un progetto di cementificazione”.

Negli uffici di Legambiente c’è ancora qualche striscione d’epoca con cui i volontari dell’associazione si presentarono in consiglio comunale. Sopra c’era scritto: “Salviamo l’Arcionello”.

E si scopre che Ricci non è stato il primo a organizzare passeggiate nell’area verde. “Le facemmo all’epoca con Legambiente – spiega Pieranna Falasca – per attirare l’attenzione”. Una storia che parte da lontano. Con un finale tutto verde. E qualche prospettiva. “Nessuno lo dice – precisa Parroncini – ma dall’istituzione della riserva naturale, si ricaveranno anche posti di lavoro”.

Intanto dall’altra parte (politica) Marini prepara la contromossa. Per niente soddisfatto di come la Regione è arrivata alla legge che istituisce la riserva, il 23 dicembre incontrerà Marrazzo.

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