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Scalia torna alla carica - L'assessore Bartoletti: "L'Enac ha già bocciato lo scalo ciociaro"
"Frosinone non soffierà l'aeroporto a Viterbo"
Viterbo - 15 dicembre 2008 - ore 17,30

Studio comparativo Enac 2007
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Riceviamo e pubblichiamo - Mentre la “cabina di regia” per l’aeroporto di Viterbo, fortemente voluta dal ministro Matteoli, procede spedita con grande unita d’intenti di tutti gli enti coinvolti, verso l’ultimo incontro del prossimo 18 dicembre, a qualcuno, con certosina tempistica, è venuta l’idea di provare a destabilizzare i delicati equilibri raggiunti sull’aeroportualità laziale.

Il presidente della Provincia di Frosinone, in vista delle manovre politiche per le elezioni della prossima primavera, ha deciso di cavalcare nuovamente lo stallone che l’ha disarcionato brutalmente, facendolo rovinare ai minimi storici del suo mandato: lo scalo ciociaro.

Scalia è stato, infatti, “intercettato” pochi giorni fa mentre questuava, insieme ai suoi ostinati consulenti, prima in Regione e poi all’Ente nazionale aviazione civile, l’impossibile bonus per la sua prossima propaganda elettorale.

Il presidente della Provincia, però, l’aereo per Bruxelles l’ha ormai perso per sempre e di certo non gli gioverà a nulla rilanciare la sfida, dando a intendere che il secondo scalo del Lazio si giocherà sui tempi di realizzazione dell’infrastruttura, anziché sulle granitiche decisioni del governo, della Regione e degli enti aeronautici.

Quel che è più grave, non è quindi la legittima ostinazione di un politico deciso a ogni costo “a far volare un pinguino” chiamato aeroporto di Frosinone, ma la pretesa di voler scardinare il giudizio istituzionale dell’Enac.

Tale ente, infatti non solo ha tassativamente bocciato tale scalo sotto tutti i profili aeronautici e ambientali, ma lo ha addirittura dichiarato poco sicuro.

Continuare a spendere, specialmente di questi tempi, i denari del contribuente per un progetto già cassato irrimediabilmente da oltre un anno, non è certo un buon biglietto da vista per chi è in cerca di ricollocazione politica.

Perplessità nascono, poi, dal vedere il principale consulente di Scalia per l’aeroporto, l’avvocato dello Stato Pierluigi Di Palma, spendersi tanto per lo scalo di Frosinone.

Se la mente non ci inganna, la Provincia di Frosinone ha ancora in ballo un ricorso contro la scelta di Viterbo come terzo scalo del Lazio, e proprio l’avvocatura dello Stato dovrebbe difendere tale scelta.

Prudenza istituzionale consiglierebbe minor esposizione su tali questioni.

Non ce l’abbiamo certo con Scalia e i suoi amici, ma in un momento così delicato per il sistema Italia, pensare di prevaricare la scelta di Viterbo, ci sembra quantomeno poco elegante.

E di un mediocre tentativo di scippo, ci viene da pensare quando sulla cronaca ciociara di un noto quotidiano nazionale, in riferimento all’aeroporto ciociaro, si è recentemente letto: “insomma l'opera dovrebbe fungere da volano anche per il turismo locale (se si creeranno le condizioni opportune), considerato che si stimano in 10 milioni di persone per anno che dovrebbero servirsi dello scalo.

Il quale potrebbe essere pronto prima di quello internazionale di Viterbo dal momento che da lì a Roma, con l'unico binario ferroviario, ci vogliono non meno di due ore”.

Traduzione: il nostro aeroportino “regionale” ciociaro è modulato per 10 milioni di passeggeri (per avere un’idea Linate, terzo aeroporto italiano, ne fa quasi circa dieci milioni) e se lo facciamo prima di Viterbo risolviamo noi il problema Ciampino e quindi facciamo le scarpe a Viterbo.

Ovviamente, sono opinioni giornalistiche e non parole di parole di Scalia.

Quest’ultimo, comunque, ha parlato di un uno scalo di ben tre milioni di passeggeri (pochi meno di quanti ne fa Torino) cosa ben diversa da quando ebbe ad annunciare alcuni mesi orsono: “Stiamo lavorando per sviluppare il traffico leggero (aerotaxi e light jet), in forte espansione in Italia e nel mondo grazie anche alle caratteristiche eco compatibili dei nuovi aeromobili e alla riduzione dei loro costi di acquisto e gestione, che potrebbe sfruttare le infrastrutture eliportuali opportunamente adeguate”.

Il governatore del Lazio, ovviamente, che comunque si sta impegnando con tutte le sue forze accanto al governo per il progetto di Viterbo, non ha potuto licenziare il compagno di partito con l’ennesimo “niet”e quindi, forse con il nodo alla gola, ha esultato all’ennesima logora proposta del compagno di partito, facendogli concedere dalla giunta 500 mila euro pro-aeroporto (sic!).

La doccia fredda per Scalia, però, non ha tardato ad arrivare da parte dell'assessore regionale al Bilancio: “Così rischiate di atterrare prima ancora di decollare!".

Traduzione: andateci piano in Ciociaria con gli annunci trionfali e tenete i piedi ben saldi a terra.

L’assessore Luigi Nieri è dovuto intervenire con una nota chiarificatrice per spiegare che quei fondi saranno utilizzati esclusivamente per verificare se le condizioni ambientali, tutt’altro che scontate, dell'area prescelta per lo scalo (a ridosso dell'aeroporto militare Moscardini) permettono di realizzare l'impianto.

Noi crediamo che le visioni profetiche dell’assessore Nieri non saranno disattese e lo invitiamo a valutare l’impiego di quei soldi dei contribuenti, i quali, a nostro avviso, dovrebbero essere se non risparmiati perlomeno non sprecati.

Prima di effettuare fantomatici studi ambientali, causa di sperpero di denaro, basterebbe chiedere all’Enac, unico ente certificatore degli aeroporti italiani, di (ri)esprimersi preventivamente sull’infrastruttura aeroportuale.

L’Enac, infatti, non potrebbe che rialzare, come fatto in precedenza, il cartellino “rosso” per bloccare l’ennesima follia aeroportuale, almeno per questa volta incompiuta.

Nessuno all’Enac certificherà mai un aeroporto che lo stesso ente ha bocciato pesantemente.

Vito Riggio, Presidente dell’ente, ha recentemente detto:”Vorrei ricordare che ai sensi dell’attuale codice della navigazione, il regolamento sulla costruzione e gestione degli aeroporti che è un regolamento internazionale è stato approvato dall’Enac nell’ottobre del 2005. Nessun aeroporto in Italia si può fare senza il parere dei tecnici dell’Enac, che sentano quelli dell’Enav”.

In poche parole o l’aeroporto ha i requisiti o nessuno volerà mai.

D’altra parte chi sottoscriverebbe mai l’atto di omologazione di uno scalo che implichi gravi responsabilità in materia di sicurezza?

La lezione di Linate in quegli ambienti ha lasciato strascichi ancora freschi nelle memoria.

In poche parole Scalia, anziché gridare vittoria, farebbe meglio a occuparsi delle problematiche del suo territorio, evitando di creare potenziali corto circuiti su decisioni strategiche che riguardano l’intero Paese.

L’esperienza avrebbe dovuto forse insegnargli qualcosa.

Giovanni Bartoletti
Assessore all’aeroporto di Viterbo

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