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Viterbo - Ieri il ministro ombra Colaninno nel capoluogo per gli incontri promossi da Ugo Sposetti
Dalla crisi ai problemi della Tuscia: le risposte del Partito democratico
Viterbo - 17 dicembre 2008 - ore 17,00

- Le proposte del Pd per uscire dalla crisi con il ministro ombra per lo Sviluppo economico, Matteo Colaninno.

Ieri a Viterbo secondo appuntamento, voluto dal deputato Ugo Sposetti, della serie "E ora costruiamo il Pd", a cui ha partecipato anche il coordinatore provinciale del Partito democratico, Angelo Allegrini, e il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli. Numeroso il pubblico in sala e tra i presenti anche i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati di Viterbo.

"Vogliamo - ha esordito Sposetti - analizzare la crisi finanziaria che stiamo attraversando, le sue ricadute sull'economia, per verificare cosa si sta facendo nel mondo per contrastarla, cosa si fa un Europa, cosa fa il governo italiano e quali sono le proposte del Pd.

Proprio oggi (ieri) alcuni esponenti del Partito democratico, tra cui Colaninno e Bersani, hanno presentato il documento elaborato per affrontare le emergenze e rilanciare il Paese. Documento che è stato consegnato al ministro Giulio Tremonti, proprio in vista dall'avvio della discussione sul provvedimento del Governo, che partirà domenica pomeriggio".

"Questi incontri - ha proseguito - servono anche per radicare il Pd sul territorio. Qui ci confrontiamo col mondo del lavoro dipendente, con la piccola e media impresa la cui presenza è così forte nella provincia, col mondo dell'agricoltura".

La parola è poi passata a Colaninno.

"Mi fa piacere essere qui - ha detto - a maggior ragione perché l'invito mi è stato rivolto da Ugo Sposetti, una persona che guarda con benevolenza ai giovani che vogliono fare politica all'interno del Pd.

E' dalla politica che, proprio di fronte a questa gravissima crisi, devono arrivare le risposte, partendo da una valutazione corretta della situazione. Questa crisi non nasce in Oriente, viene invece dagli Stati Uniti perché l'economia, la finanza e la società americane hanno vissuto per venti anni al di sopra delle proprie possibilità. A questo si è accompagnata un'economia reale sempre più soggetta alla finanza, finché quest'ultima non è entrata in crisi di liquidità.

Si è quindi fatto ricorso a nuovi strumenti finanziari, la cosiddetta finanza creativa, che anziché minimizzare i rischi non hanno fatto che trasferirli fino a una galassia di piccoli contraenti".

Una spirale che ha travolto anche il sistema finanziario e bancario europeo e italiano. "A oggi - ha spiegato Colaninno - il sistema finanziario italiano ha però contratto rischi assolutamente inferiori rispetto agli altri e questo non tanto perché il governo ha preso provvedimenti utili, quanto perché è il sistema bancario del nostro Paese ad aver assunto una posizione più prudente.

Ma la crisi finanziaria si ripercuote indubbiamente sul sistema economico, con le banche che in crisi di liquidità erogano soldi con minor facilità chiedendo maggiori oneri. E' logico che il Governo dovesse intervenire a favore dei piccoli imprenditori che restano i più colpiti. Il Pd ha agito mantenendo sempre un atteggiamento responsabile, di un partito che ha a cuore le sorti del Paese, ma critico, perché i provvedimenti del Governo sono insufficienti per salvaguardare l'economia reale".

"Siamo un partito - ha proseguito il ministro ombra - responsabile che ha offerto alla maggioranza un confronto serio e reale, ricevendo in cambio delle reazioni a volte addirittura brutali, incomprensibili.

Quelle di un capo del Governo che si nasconde dietro l'alibi di Di Pietro per rifiutare ogni confronto con l'opposizione. Ma nessun presidente del consiglio ha la capacità di tenere da solo di fronte a una crisi così pesante. Bisogna invece cambiare le leggi che non hanno funzionato, mettendo dei presupposti di controllo che consentano di ridare fiducia al sistema. Noi siamo disposti al dialogo purché ci siano le minime condizioni per portare avanti un confronto".

Colaninno ha quindi illustrato le linee guida del documento elaborato dal Pd per uscire dalla crisi. "Occorre - ha spiegato - rafforzare gli ammortizzatori sociali ed estenderli ai lavoratori atipici che in migliaia nei prossimi mesi rischieranno il posto. Ridurre le tasse sul lavoro, come fece il Governo Prodi con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo, e sulle pensioni, sostenere in modo concreto le piccole e medie imprese, nonché i consumi delle famiglie, attivare gli investimenti degli enti locali. Riteniamo che occorra destinare un punto di Pil, pari a circa 15 miliardi di euro, per le famiglie, i precari, le imprese, insomma per ridare ossigeno all'economia".

Dopo gli interventi di Confindustria, Coldiretti, di due giovani del Pd e della Cgil, è toccato al coordinatore Allegrini. "Il compito del Pd - ha dichiarato - è cambiare la politica per dare risposte agli italiani. Ringrazio tutti i presenti, Colaninno e soprattutto Sposetti che ci ha dato la possibilità di discutere di un tema così attuale.

La chiusura di Sposetti. "Molti - ha concluso - sono gli stimoli venuti dal dibattito, soprattutto dai giovani laureati. Per dare risposte alle esigenze delle piccole imprese, come gruppo parlamentare del Pd stiamo lavorando per favorire la realizzazione delle piccole opere degli enti locali.

Per arrivare ai temi che più stanno a cuore nella Tuscia, sulla Trasversale pare ci sia solo un ritardo burocratico nella registrazione della delibera Cipe da parte della Corte dei conti. Se poi, come pare, il Cipe discuterà il finanziamento del Corridoio tirrenico, sarà nostra cura a tutti i livelli insistere perché un cantiere inizi a nord, e uno parta da sud".

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