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Viterbo - Cna - Presentato il rapporto sull'osservatorio della crisi
Le casse delle imprese sono al verde
Viterbo - 19 dicembre 2008 - ore 14,40

Adalberto Meschini durante la conferenza stampa
- Alla ricerca di liquidità.

Le casse delle imprese nella Tuscia languono e nell’immediato non si prevedono grossi cambiamenti.

Un quadro non semplice, dipinto dal primo rapporto banche imprese della Tuscia, stilato dall’osservatorio sulla crisi della Cna. Ascoltati una quindicina di istituti di credito, pari al settanta per cento del totale e più di quattrocento imprese (5% del totale). Un campione rappresentativo. Da cui emerge come le imprese sono in crisi di liquidità, crisi a fronte della quale, si prevede un restringimento del credito da parte delle banche.

Banche che allo stato attuale erogano finanziamenti in larga parte per ristrutturare il debito (54%), ovvero allungare la durata di precedenti prestiti oppure ottenere una rata più bassa. Le altre richieste sono per esigenze di liquidità e soltanto il 15% vanno per investimenti. Il che significa niente sviluppo. I soldi servono per la gestione corrente.

La stessa domanda è stata posta anche alle imprese. Le percentuali sono leggermente diverse, ma la sostanza non cambia. “Le banche – spiega il segretario Cna Adalberto Meschini - in questa fase stanno contenendo il rischio, non cercano nuovi clienti e l’accesso al credito si fa più difficile per le imprese con i tempi per le istruttorie che crescono”.

Anche se stanno tentando di trasmettere un segnale positivo. Ma alla resa dei conti: “Il 55% - continua Meschini – ammette un incremento del costo per il denaro per i prestiti a maggior rischio e un irrigidimento nell’esame delle richieste”. In questo panorama, diventa importante il ruolo svolto da Confidi, nel garantire i prestiti. “Il Governo - spiega il segretario Cna – ha stanziato 450 milioni. E’ una risposta, anche se non sufficiente. A livello locale la Camera di Commercio ha raddoppiato lo stanziamento e si è aggiunta la Provincia, portando a seicentomila euro le disponibilità”.

Per dare ossigeno a un settore, quello dell’artigianato, che nella Tuscia ancora tiene. “Il rapporto congiunturale Lazio – spiega Meschini – ci parla di una crescita delle imprese nel 2007 pari al 2%, mentre nei primi sei mesi dell’anno in corso a fronte di cali come quello di Roma (-14%), noi teniamo, con un –0.6%”.

La maggior parte delle imprese raggiunte da Cna si affidano a un solo istituto di credito (72.21%) e solo il 6,70% si affida a tre o più. E nei tre mesi precedenti all’indagine il numero per i più è rimasto invariato. Il proprio istituto di credito è scelto per via di rapporti personali con gli addetti (48.64%) o per le condizioni praticate (40.94%).

Cna ha chiesto agli imprenditori se si sono rivolti mai a Confidi. Risposte equamente divise. Metà sì, gli altri no. “Le ragioni – dice Armando Mangeri – sono perché non ne hanno avuto bisogno o non ne erano a conoscenza. Chi ne ha fatto uso, invece, è per le migliori condizioni d’accesso al credito e la prestazione delle garanzie.

L’indagine, cui ha collaborato anche Vittorio Palazzini, è stata realizzata tra il 20 ottobre e il 10 dicembre, interessando quindici istituti di credito e 403 imprese, in prevalenza individuali con un fatturato annuo inferiore ai centomila euro.

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