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Viterbo - Messaggero
Libertà di cornetto, a Rieti lo decide il Tar
Viterbo - 18 dicembre 2008 - ore 0,30

Pubblichiamo per gentile concessione del Messaggero
- A Rieti più cornetti per tutti. Anche a notte fonda. E nonostante gli schiamazzi.

A pronunciarsi sulla materia della regolamentazione oraria delle attività artigianali, di cui a palazzo dei Priori si discuterà questa mattina, nella vicina Rieti è stato addirittura il Tar del Lazio. Che, in merito al ricorso presentato da una pasticceria costretta dal Comune a chiudere alle 22, ha accolto l’istanza cautelare, sospendendo l’ordinanza restrittiva. Della serie, il cornetto è libero.

Proprio mentre a Viterbo l’assessore al ramo, Paolo Muroni, si appresta a confrontarsi con associazioni di categoria e dei consumatori sulla nuova bozza di normativa per cornetterie, pizzerie, forni e simili, dalla limitrofa Rieti arriva quindi una bella doccia fredda sulle velleità restrittive della giunta Marini. Che vorrebbe, lo ricordiamo, interdire la vendita dei prodotti alimentari artigianali dall’una alle cinque del mattino, vietandone sempre il consumo nella “immediate vicinanze” del locale, per evitare il disturbo della quiete pubblica.

La storia che viene da Rieti è semplice e ricalca il provvedimento che Muroni aveva presentato a settembre, salvo poi ritirarlo viste le critiche scatenate, per ripresentarlo rivisto stamane: il 15 novembre il Comune reatino decide che la pasticceria “Antichi sapori di Sicilia” debba, dall’indomani, chiudere alle 22. Un provvedimento emesso a seguito delle proteste degli abitanti della zona contro il caos notturno.

I due fratelli proprietari dell’attività non si danno però per vinti e si rivolgono allo studio legale dell’avvocato Pietro Carotti. Che decide di impugnare l’ordinanza di fronte al tribunale amministrativo. Alla base della decisione del Tar di sospendere il provvedimento comunale in attesa del pronunciamento definitivo, ci sono, come fanno sapere dallo studio legale, «motivazioni di metodo e di merito».

Innanzitutto, «sono state violate le garanzie procedimentali nell’emissione dell’ordinanza, recapitata dall’oggi al domani ai titolari della pasticceria, ledendo il loro diritto di difesa».

Poi, ci sono i rilievi di merito, che potrebbero interessare molto da vicino quanto il Comune di Viterbo vorrebbe approvare. «Sono mancati - continuano gli avvocati reatini - i presupposti per l’emissione del provvedimento: la chiusura dei locali notturni va presa per motivi d’urgenza. Ma gli schiamazzi non rappresentano né un danno irreparabile né un’urgenza tale da giustificare la chiusura al pubblico».

Le ripercussioni economiche per la pasticceria non sono estranee alla decisione dei giudici. «Il Tar - proseguono - ha deciso anche sulla base del danno che si andava a produrre, vietando la vendita notturna dei prodotti a un’attività nata proprio con quel presupposto». Descrizione che calza a pennello alle attività che subirebbero i contraccolpi d’orario anche a Viterbo, come Anselmi e la Vip Catering. Nate, appunto, per coprire quella fetta di mercato fatta non solo dai giovani girovaghi notturni, ma anche da tutti coloro che fanno le ore piccole, o si alzano la mattina prima dell’apertura dei bar, per motivi di lavoro.

Già a settembre, quando Muroni propose di equiparare gli artigiani agli esercizi commerciali, con chiusura alle 22, le critiche montarono da più parti. Ora la giunta Marini ci riprova, ammorbidendo un po’ sugli orari, ma ponendo nuove restrizioni sullo spazio di consumo. Adesso, però, dalla loro parte gli operatori possono vantare anche il pronunciamento del tribunale. Il Comune ne terrà conto questa mattina? O, come Don Chisciotte, continuerà imperterrito la sua battaglia contro i croissant fuori orario?

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