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Viterbo - Etruschi, le antiche metropoli del Lazio - Lettere - Scrive Ceniti
Un'occasione mancata per la Tuscia
Viterbo - 2 dicembre 2008 - ore 12,15

Riceviamo e pubblichiamo - La mostra “Etruschi, le antiche metropoli del Lazio” (Roma, Palazzo delle Esposizioni fino al 6 gennaio 2009) sarebbe stata una favorevole occasione per la promozione del territorio archeologico del Lazio e in particolare della Tuscia Viterbese.

Nelle vaste sale dell’expo romana si apprezzano infatti preziosi reperti provenienti da Vejo, Cerveteri, Tarquinia e Vulci, alcuni dei quali poco conosciuti al grande pubblico come quelli rinvenuti nei pressi del porto etrusco di Gravisca. Le quattro città matriarche dell’antica Etruria presentano i loro gioielli di famiglia a un pubblico cosmopolita come forse non è mai accaduto in passato.

Alcune di queste “suggestioni” sono in formato virtuale, come gli affreschi della tomba François di Vulci (la famiglia Torlonia non ha concesso inspiegabilmente i pannelli originali) e il sorprendente video sulle “Feste di Adone” che il 23 luglio si tenevano a Gravisca, con seducenti scene di amore tra il giovane eroe e la dea Afrodite. Imponente la ricostruzione, seppur parziale, del tempio di Apollo (Portonaccio) con le statue di Apollo, Latona ed Eracle.

Da Tarquinia, dove si trova la più importante pinacoteca underground del mondo antico prima di Pompei, vengono gli affreschi riportati su tela della tomba della Nave, il sarcofago del Sacerdote e una serie di ceramiche a figure rosse. Vulci è presente con alcuni grandi vasi greci e le sculture monumentali del vicino centro di Ischia di Castro.

Cerveteri da parte sua propone, tra l’altro, la ricostruzione di un sepolcro a giustezza naturale e una serie di raffinati buccheri. Abbiamo visto la mostra la settimana scorsa insieme a molti altri visitatori italiani e stranieri e a varie scolaresche.

Ci aspettavamo di trovare concreti riferimenti al territorio di provenienza dei reperti, con proposte promozionali per la prossima primavera che avrebbero potuto esprimersi nella visita gratuita ai musei di Tarquinia, Vulci e Cerveteri, nella presenza sul posto (in alcuni giorni e ore della settimana) di guide turistiche a disposizione dei visitatori, in tariffe agevolate da parte degli albergatori di Tarquinia e Montalto di Castro per soggiorni di fine settimana e altro.

Purtroppo nulla di tutto questo o almeno non ne abbiamo avuta notizia. Peccato.

E’ stata un’occasione perduta per veicolare l’immagine dei nostri centri etruschi e delle nostre tipicità ed eccellenze. Magari vengono stanziati cospicui investimenti per promuovere l’Etruria in occasioni di fiere in Italia e all’estero e poco invece si fa per i potenziali turisti della capitale che sono il più cospicuo serbatoio della nostra domanda interna.

La crisi che stiamo vivendo ci porterà a restringere nei prossimi mesi il raggio d’azione della nostra mobilità e senza inventarci chissà cosa, cerchiamo di far tesoro dei tre milioni di persone che vivono a 80 chilometri da noi.

Vincenzo Ceniti

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